Ignoti entrano nella casa in cui sono state uccise Stefania e Giulia: “Forse cercavano dei documenti”
Sono diverse le ipotesi al vaglio degli inquirenti di Busto Arsizio sul caso di alcuni ignoti che sono entrati nella villetta di Samarate, comune in provincia di Varese, dove ormai una settimana fa Alessandro Maja avrebbe ucciso la moglie di 56 anni Stefania, Pivetta e la figlia di 16 anni, Giulia. L'architetto ha inoltre ferito gravemente il figlio di 23 anni Nicolò che al momento si trova ricoverato in gravi condizioni all'ospedale Di Circolo di Varese.
L'ipotesi dei documenti su Alessandro Maja
I carabinieri di Busto Arsizio hanno trovato due stanze a suqquadro, ma – in base a quanto spiegato dal padre di Stefania Pivetta al quotidiano "Il Corriere della Sera" – non sarebbe stato portato via nulla. Al momento quindi gli inquirenti guidati dal procuratore di Busto Arsizio Carlo Nocerino, stanno valutando sia la possibilità che nella villetta siano entrati dei mitomani e sciacalli e sia l'idea che forse sia entrato qualcuno che sperava di poter così trovare dei documenti su Alessandro Maja. Documenti che però sono stati tutti sequestrati dagli inquirenti proprio per ricostruire anche la storia economica dello studio dell'architetto.
Nicolò lotta tra la vita e la morte
Intanto l'attenzione è rivolta al figlio 23enne: Nicolò da una settimana lotta tra la vita e la morte. In base alle ultime notizie, è sedato e stabile seppur in gravi condizioni. In ospedale, ma al San Gerardo di Monza, c'è anche Alessandro Maja che si trova ricoverato in Psichiatria. Per questo motivo, è stato posticipato l'interrogatorio davanti al giudice per le indagini preliminari che si svolgerà non appena il medico, come ha appreso Fanpage.it, darà il consenso.