I vicini di Carol, uccisa dall’ex: “Sognava un futuro in Olanda con il figlio”
L’appartamento dà su una corte interna con il giardino. Carol Maltesi viveva al primo piano, nell’alloggio più esterno di un ballatoio su cui doveva aver fumato parecchie sigarette. I mozziconi sono ancora lì, rannicchiati nelle fioriere vuote e in posaceneri di fortuna. Sullo stendino, davanti alla finestra, non ci sono abiti ad asciugare. Per forza: Carol mancava da casa da circa due mesi. Ma per buona parte del tempo il suo corpo è stato a pochi metri da dove la 26enne aveva vissuto nell’ultimo anno. Per la precisione, nell’appartamento sull’altro lato del ballatoio, quello di Davide Fontana, suo ex amante, trasferitosi nel complesso poco dopo di lei.
"Fino a domenica lui era qui, tranquillo"
"Fino a domenica lui era qui, tranquillo, rideva e scherzava – dice sconvolta Sara, una vicina, la cui casa è proprio in mezzo a quelle di Davide e Carol. – Non ci conoscevamo molto bene, non come dovrebbero dei vicini. Quando lei è arrivata qui, circa un anno fa, le ho raccomandato di farsi sentire se aveva bisogno di qualcosa. A volte mi scriveva per chiedermi se c’era il mio bambino, così poteva giocare con il suo in cortile". Di questi bimbi, fuori dalle porte accanto agli zerbini, restano silenti alcuni giocattoli, tra cui una macchina rossa fiammante. Il figlio di Carol vive con il padre nel Veronese e fino a dicembre, secondo quanto ricorda Sara, veniva ogni due settimane a trovare la mamma. "I rapporti con il papà del bimbo erano distesi e anche il piccolo sembrava sereno». Però, dice Sefora, estetista di Carol: «Lei sognava di prendere suo figlio e portarlo in Olanda dal nonno".
"Era lui a fotografarla"
"Viveva per quel bambino, le scelte fatte negli ultimi tempi erano per essere economicamente autonoma – dice Emanuela, ex collega di Carol in un negozio di accessori all’interno del centro commerciale di Rescaldina -. Aveva iniziato a lavorare per questa catena dopo che si era trasferita dal Veneto ed era tornata da sua mamma, a Sesto Calende". E ancora: "Si occupava spesso di lei – ricorda Emanuela, perché aveva problemi di salute. Capitava che chiedesse permessi dal lavoro per accompagnarla alle visite. Poi aveva comunque deciso di prendere un appartamento in affitto a Rescaldina, per avere la sua autonomia". E nello stesso complesso era arrivato, poco dopo, Davide Fontana. "All’inizio non avevo capito che stessero insieme – dice Sara -, lei me l’aveva presentato come un amico. Ho intuito quando li ho visti uscire in intimo l’uno dall’appartamento dell’altra". Ma nulla faceva presagire qualcosa di tragico: "Non li ho mai sentiti litigare, mi sembravano tranquilli». Versione confermata anche da Emanuela: «L’aiutava in casa e anche quando veniva il bambino. Poi, quando ha iniziato a fare gli shooting, circa un anno fa, era Davide a fotografarla. Mi sembra di ricordare che lui avesse un doppio lavoro: in banca e come fotografo".
"Qui i muri sono sottilissimi"
Nella corte di via Melzi, a Rescaldina, è ancora parcheggiata la macchina di Davide Fontana. Dai finestrini sporchi si intravedono alcuni cd, un pacchetto di caramelle e niente di più. "L’unica cosa che mi era sembrata strana – osserva Sara – era che usasse sempre la macchina di lei". Una Fiat 500 grigia parcheggiata poco distante dall’abitazione e portata via con il carro attrezzi nel corso della mattina. "Poi un giorno, circa un mese fa, ha noleggiato un furgone – continua la vicina -, ma sul momento non c’ho fatto caso, sarà rimasto in cortile due ore. Mi chiedo come e dove l’abbia uccisa, dato che qui i muri sono sottilissimi e avremmo sentito…".
In due mesi nessuno se n’è accorto
Possibile che in due mesi nessuno abbia notato l’assenza di Carol? "Mi sono fatta gli affari miei – risponde Sara -, pensavo fosse in giro per i suoi shooting: ultimamente viaggiava spesso, soprattutto nel Nord Europa". Invece Emanuela non la sentiva dalla fine dell’anno: "Le avevo scritto il 23 dicembre, per il suo compleanno. Mi aveva detto che era sempre in giro e che andava tutto bene. Mai avrei sospettato una cosa del genere. Carol era una persona serena, generosa, a volte inquieta, ma buona: non meritava di fare questa fine".