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I Verdi a Fanpage.it: “Sala dovrebbe ascoltare Ultima Generazione, non chiedergli i danni”

Il Comune di Milano sarà parte civile nel processo contro gli attivisti di Ultima Generazione che hanno imbrattato il dito di Cattelan. Per Carlo Monguzzi, capogruppo dei Verdi in Consiglio, è un “grosso errore: imbrattare è sbagliato, ma cosa dovrebbero fare i giovani per farsi ascoltare?”.
A cura di Enrico Spaccini
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Lo scorso 2 gennaio il Comune di Milano ha deciso di costituirsi parte civile contro gli attivisti di Ultima Generazione che un anno fa, il 15 gennaio 2023, hanno imbrattato il "dito" di Maurizio Cattelan in piazza Affari. Tre ragazzi, due 23enni e un 39enne, avevano lanciato vernice gialla sulla base della scultura per poi srotolare uno striscione che recitava: "Stop sussidi ai fossili". Gli attivisti erano stati denunciati per imbrattamento di beni culturali e nei prossimi giorni si aprirà il processo dal quale Palazzo Marino ora spera di ottenere un risarcimento. "Siamo oltre l'assurdo", ha commentato il capogruppo dei Verdi in Consiglio comunale Carlo Monguzzi a Fanpage.it, "un Comune di sinistra dovrebbe ascoltare questi ragazzi, è stata fatta un'enorme propaganda sul green e adesso chiediamo i danni a chi chiede una cosa giusta, anche se in malo modo".

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Cosa ha spinto il Comune a decidere di costituirsi parte civile?

C'è stata una fortissima pressione da parte degli esponenti di centrodestra che hanno continuato a chiedere in Consiglio di costituirsi parte civile. Forse ha ceduto a questo, ma nessuno sapeva che avrebbe accettato. Ero rimasto dell'idea che la cosa non si faceva, perché se chiedi e non ti viene data nessuna risposta, vuol dire che la risposta è no. Non so perché abbia cambiato idea, ma ha fatto un grosso errore.

Qual è l'errore più grande?

Penso che imbrattare i monumenti è sbagliato e controproducente. Dietro queste azioni, però, c'è una domanda di lotta contro i cambiamenti climatici e non si può rispondere chiedendo i danni. Un Comune di sinistra subito un anno fa doveva convocare questi ragazzi e parlare con loro. La cosa più clamorosa è che a una domanda, per quanto mal posta, rispondiamo con la richiesta danni.

Carlo Monguzzi, capogruppo dei Verdi in Consiglio comunale a Milano
Carlo Monguzzi, capogruppo dei Verdi in Consiglio comunale a Milano

Quindi non si sta ascoltando chi, anche se magari con metodi discutibili, almeno fa qualcosa.

Dovevamo ascoltare i giovani 12 anni fa, quando è nata la giunta di sinistra. Quattro anni fa il Comune ha fatto la dichiarazione di emergenza climatica, ma non è successo più niente. Se sei un Comune di sinistra, devi parlare con i giovani che chiedono in malo modo una cosa giusta prima di chiedergli i danni.

Sull'emergenza climatica ci sono stati quattro anni fa centomila studenti in piazza, e non hanno ottenuto niente né dal governo né dal Comune. Gli stessi che imbrattano hanno fatto un mese di sciopero della fame davanti Palazzo Marino. Noi Verdi ci abbiamo parlato, ma non c'è stato un esponente dell'amministrazione che sia andato a chiedere cosa volevano. Cosa devono fare i giovani per farsi ascoltare? Imbrattare è sbagliato, ma cosa gli consigliamo di fare per farsi ascoltare? Sono problemi politici importanti e non si risolvono con la richiesta danni.

Secondo lei perché c'è questo rifiuto dell'ascolto?

Onestamente non lo so. Siamo un Comune che dovrebbe fare dell'ascolto, della partecipazione e della condivisione il suo Pantheon. Questi ragazzi sono la punta dell'iceberg di una richiesta dei giovani di battersi contro il cambiamento climatico. Non sono isolati.

Sono pochi quello che lo fanno, ma interpretano un sentimento. All'ultima manifestazione dei Fridays for Future si sono fermati e hanno urlato al megafono che Palazzo Marino è il tempo del greenwashing. Poniamoci qualche domanda.

Il Comune, visto cosa sta accadendo con il "dito" di Cattelan, potrebbe costituirsi parte civile anche per quanto accaduto all'Arco della Pace lo scorso novembre. Non rischia di essere un deterrente per altre manifestazioni in futuro?

Credo di sì.

Questa decisione non va in contrasto con le politiche che si stanno mettendo in atto in città, come ad esempio l'aumento delle piste ciclabili?

C'è una briciola di iniziativa del Comune, ma non vedo nient'altro. Ci si ferma quando le cose iniziano a diventare di sostanza, quando è richiesta un minimo di azione. In questi due anni è stata fatta un'enorme propaganda sul tema del green, ma il rapporto che c'è tra propaganda e azione è di 3 milioni a uno. E quell'uno è la pista ciclabile in corso Buenos Aires.

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