I trapper arrestati per aver aggredito un operaio nigeriano: “Abbiamo paura di una vendetta in carcere”
Parlano dal carcere di Monza Jordan Jeffrey Baby, ovvero Jordan Tinti, e Traffik, al secolo Gianmarco Fagà, i due trapper arrestati per aver aggredito un operaio nigeriano che tornava dal lavoro alla stazione di Carnate (Monza Brianza): prima l'hanno inseguito brandendo un coltello, e poi l'hanno derubato dello zaino e della bicicletta.
"Abbiamo soltanto litigato perché ci ha offesi per i nostri tatuaggi, non abbiamo detto "ti ammazziamo perché sei nero". Adesso temiamo una vendetta da parte degli altri detenuti".
La vendetta in carcere
Per il momento i due si trovano insieme, in un'area protetta. Ma il rischio che presto finiscano in celle condivise è concreto, come è concreta la possibilità di incappare in un compagno di origine straniera: lo è circa la metà dei detenuti della casa circondariale di Monza. Ed è altrettanto concreta la possibilità che quest'ultimo possa e voglia vendicarsi dell'attacco a sfondo razziale, dietro le sbarre.
"Il compiacimento delle gesta violente"
I due avrebbero anche sostenuto, attraverso il loro avvocato Biagio Ruffo, di portare i coltelli unicamente per difesa personale. A parlare saranno i video, quello postato dai trapper su Instagram, e le immagini immortalate dall'operaio aggredito.
Intanto il gip, nel convalidare il fermo per rapina aggravata dall’uso del coltello e dalla discriminazione razziale dei due trapper, ha sottolineato "il compiacimento delle loro gesta violente, con evidenti fini intimidatori e moventi razziali, come reso evidente anche dalla circostanza che hanno filmato e successivamente postato".