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Omicidio di Giulia Tramontano

I sospetti dell’altra donna di Impagnatiello: “Avevo detto a Giulia di venire a dormire da me”

L’altra donna di Alessandro Impagnatiello è stata la prima persona ad avere dei sospetti. “Sabato sera l’ho chiamato, gli dicevo di farmela vedere in video: prima ha detto che dormiva, poi che era da un’amica”, le sue parole durante l’interrogatorio. “Ho avuto paura, non sapevo che fine avesse fatto Giulia”
A cura di Francesca Del Boca
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"Se hai problemi vieni subito da me". "Tienimi aggiornata". "Tutto bene? Voglio sapere come stai". E ancora: "Dimmi solo se va tutto bene". È preoccupata la 23enne italo-inglese che, nel pomeriggio di sabato 27 maggio, ha incontrato davanti all'Armani Hotel di Milano Giulia Tramontano: le due si sono appena confrontate e hanno capito di essere entrambe vittime delle manipolazioni di un uomo, Alessandro Impagnatello.

Tutto risolto? Niente affatto. Nelle ore che seguono quell'incontro, la 23enne non sta mai tranquilla, e tempesta di messaggi il cellulare di Giulia. Prima di salutarla le offre di passare la notte da lei. Poi cerca di mettersi in contatto con Giulia, chiede continuamente notizie, non si rassegna. Come se avesse già un forte sospetto, troppo spaventoso per essere vero.

"Il rapporto di solidarietà" tra Giulia Tramontano e l'altra donna di Alessandro Impagnatiello

La 23enne, da quasi un anno, frequenta un collega di lavoro, il barman 30enne Alessandro Impagnatiello: a gennaio resta anche incinta, ma decide di abortire. Ad aprile, però, si accorge che lui vive con un'altra donna, dalla quale aspetta persino un figlio: si chiama Giulia Tramontano, ha 29 anni ed è incinta al settimo mese. Così la giovane si mette in testa di cercarla: la contatta e fissano un incontro chiarificatore davanti al luogo di lavoro di lui, ovvero il bar dell'Hotel Armani  Che non si presenta, nonostante le esortazioni di Giulia ("Non ti muovere da lì, sto arrivando", gli scrive per messaggio. Lui, per tutta risposta, sgattaiola via dal bancone dei cocktail, inventandosi un contrattempo in famiglia).

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Le due si incontrano per la prima volta nel pomeriggio di sabato 27 maggio, poche ore prima dell'omicidio. Si confidano, capiscono di essere entrambe vittime di menzogne, si instaura un rapporto di "solidarietà", come lo definisce la Procura stessa. La 23enne si offre persino di ospitare a casa Giulia e, davanti al suo diniego, dopo averla salutata le scrive su Whatsapp "Tienimi aggiornata" con un cuore rosso accanto: è molto apprensiva. Giulia muore pochi istanti dopo, accoltellata a morte dal fidanzato.

L’altra donna di Alessandro Impagnatiello l'ha incastrato per l’omicidio di Giulia

La giovane è la primissima persona ad avere dei sospetti. Chiama Alessandro alle 23.29 dello stesso sabato: "Era sul balcone, gli ho chiesto dove fosse Giulia. Ha detto che stava dormendo, gli ho chiesto di farmela vedere, allora ha detto che era a casa di un'amica. Gli ho chiesto di farmi vedere se era vero che in casa non c'era, e lui ha ripreso con il telefono solo la camera da letto e il soggiorno. Non c'era". Il corpo di Giulia, infatti, in quel momento, è dentro la vasca da bagno: Impagnatiello, con tutta probabilità, sta cercando di dargli fuoco. 

Quando la ragazza torna dal lavoro, intorno alle 2, trova Alessandro sotto casa. "Voleva parlarmi per qualche minuto, gli ho parlato solo dalla finestra, dal ballatoio. Mi ha detto che Giulia era bipolare, che il figlio non era suo. Gli ho detto di andarsene. Ho avuto paura a farlo entrare perché non sapevo che fine avesse fatto Giulia".

La mattina dopo, al lavoro, la ragazza torna alla carica. "Alessandro mi sembrava strano. Gli ho chiesto ancora di Giulia, mi ha detto che non rispondeva nemmeno a lui, che non sapeva dove fosse. Ma dallo zaino che aveva in spalla ho visto fuoriuscire dei guanti in lattice azzurri". Cerca il numero della sorella di Giulia, Chiara, e la contatta. "Sono preoccupata per Giulia". Fino alla denuncia dai Carabinieri, giunta nella notte di martedì 30 maggio.

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