Altri profughi ucraini ospitati a Busto Arsizio, il parroco: “Arrivano con ogni mezzo possibile”
Si trovano all'oratorio della parrocchia di Busto Arsizio, comune in provincia di Varese, ospiti di Don Giuseppe Tedesco, il sacerdote che è andato in Polonia per salvare sei bambini. Tredici di loro si trovano in casa Don Lolo, una struttura vicina, altri sei si trovano invece in oratorio. I posti in queste due strutture sono quasi esauriti, ma diverse famiglie del luogo stanno dando la loro disponibilità per l'accoglienza.
Don Giuseppe: I papà sono tutti al fronte
Stiamo parlando dei profughi ucraini: donne e bambini che sono scappati dal conflitto e cercano rifugio in diversi Paesi, tra cui l'Italia. "Quello che mi sta colpendo – racconta Don Giuseppe a Fanpage.it – è che sono tutti bambine e bambini con le loro mamme. I papà invece sono tutti al fronte o comunque non possono uscire dall'Ucraina". Tra coloro che sono arrivati, c'è una mamma con la sua piccola: ha appena quattro anni e sono scappate da Cernivci, una città vicino alla Romania: "A Busto c'era la sorella di mio marito", racconta mentre gioca a palla con la sua piccola.
Arrivano da tutto il Paese
"Adesso arrivano da tutta l'Ucraina: i primi che sono scappati sono della zona di Chernobyl. Da Chernobyl fino a Leopoli perché ovviamente – spiega il parroco – era la zona inizialmente meno colpita. Invece ormai tutta l'Ucraina è in fiamme e arrivano da ovunque con tutti i mezzi possibili". Don Giuseppe si è detto dispiaciuto per il fatto che nelle strutture parrocchiali i posti siano quasi esauriti: "Bisognerà veramente che tutte quelle persone che hanno dato disponibilità, diano il loro ok".
Prosegue la raccolta di beni
Intanto, in queste ore, prosegue la raccolta di beni di prima necessità anche in vista di possibili nuovi arrivi: "C’è una gara di solidarietà immensa. Credo che questa, nella disgrazia, possa essere una grande occasione perché il Covid ci aveva separati, ci aveva divisi. C’erano i no vax e gli altri: io penso che invece questa solidarietà nei confronti di un popolo possa essere un’occasione per ritirare fuori i sentimenti più belli. E con i contagi che scendono mettere via quel sentimento di rabbia, che avevamo accumulato in questi due anni".