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I narcos che riciclavano i soldi acquistando opere d’arte: tra gli indagati anche Alberto Genovese

La Direzione Distrettuale Antimafia ha smantellato un giro di narcotraffico e riciclaggio di opere d’arte: in totale sono state arrestate 31 persone tra Olanda, Spagna e Lituania.
A cura di Ilaria Quattrone
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Una maxi operazione che ha permesso di sgominare un banda di criminali che, oltre ad avere legami con narcos sudamericani e lituani, riciclava i soldi della droga acquistando opere d'arte. L'indagine ha portato all'arresto di trentuno persone: 21 in carcere, tre agli arresti domiciliari e sette sottoposti all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Inoltre è stato possibile scoprire che la banda riforniva di droga la movida milanese e in particolare alcuni party privati tanto Alberto Genovese, l'imprenditore al centro di un'inchiesta per violenza sessuale nei confronti di due ragazze, è finito sotto indagine.

Le accuse per associazione a delinquere

L'inchiesta è stata condotta dalla polizia ed è coordinata dalla Direzione distrettuale Antimafia di Milano. I trentuno arrestati sono accusati a vario titolo di aver preso parte o di essere collegate a un'associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale e nazionale di sostante stupefacenti. Fondamentale è stata la cooperazione internazionale coordinata da Eurojust e dalla polizia di Europol: grazie a loro, è stato possibile mettersi in contatto con le autorità di Olanda, Lituania e Spagna e acquisire diverse chat criptate delle piattaforme Encrochat e skyEcc.

I nomi ispirati ai personaggi di fantasia

L'operazione nasce da un'indagine iniziata a settembre del 2019: all'epoca due ristoratori milanesi erano sospettati di essere a capo di un gruppo locale di trafficanti. Da lì, la scoperta di alcuni box – tra Milano e provincia – che sarebbero stati usati proprio dalla cellula criminale. Il gruppo inoltre si sarebbe mosso con automobili provviste di doppifondi artefatti e azionabili elettronicamente. Non solo: per verificare che non fossero spiati, avrebbero usato dei dispositivi che consentivano una bonifica quotidiana di spazi e mezzi. Per comunicare – così da evitare di incontrarsi – avrebbero utilizzato dei telefoni criptati e dei nickname: nomi ispirati a personaggi di fantasia come Obi-Wan Kenobi, Nonna Maria, Milly, Pinocchio o Nestor.

I legami con i narcos sudamericani e lituani

Mesi di indagine hanno permesso di scoprire che il piccolo gruppo milanese avrebbe avuto dei solidi rapporti con alcuni trafficanti sudamericani. Rapporti costruito grazie all'aiuto di "referenti" italiani che vivono in Sud-America: tra loro, per esempio, ci sarebbe stato un narcos che poi è stato trovato morto in Colombia per uno "strano" incidente stradale. Ancora, avrebbero avuto legami anche con narcos lituani: contatti che erano mantenuti da "Milly", uno dei promotori del gruppo milanese. Proprio Milly è stato arrestato dopo un summit con due di loro perché trovato in possesso di una pistola semi-automatica.

Il broker "Banksy"

Il gruppo milanese non solo avrebbe rifornito trafficanti lombardi, laziali, pugliesi e abbruzzesi con cocaina, ketamina e hashish, ma anche alcuni spacciatori che erano soliti vendere la droga ai party privati o eventi della movida milanese. Il capo dell'organizzazione milanese sarebbe un uomo di 41 anni: un broker di stupefacenti che sarebbe anche titolare di una galleria d'arte di Amsterdam dove vivrebbe. Proprio in un'intervista rilasciata a una testata olandese, aveva affermato di essere "appassionato di arte di strada e musica contemporanea". Si definiva inoltre esperto di Banksy, nickname che poi avrebbe usato per le sue operazioni.

I rapporti con Imperiale e Amato

Dalle indagini è emerso che proprio Banksy avrebbe avuto dei rapporti con il noto broker Raffaele Imperiale e il latitante Vincenzo Amato. Il 41enne avrebbe addirittura contribuito a garantire la latitanza di Imperiale scortandolo anche da Kiev a Dubai. Con Amato invece avrebbe organizzato ad agosto 2020 un'importazione di 617 chili di hashish dalla Spagna e verso l'Italia: nello stesso mese era stato fermato un uomo con circa 70 chili di hashish e trenta chili di ketamina in polvere. Sarebbe riuscito – grazie all'appoggio che aveva in Europa, Sud America e Turchia – a trasportare ingenti quantitativi di cocaina, ketamina e hashish attraverso autotrasportatori e ditte che erano in accordo con lui.

Il ruolo degli Hells Angels

Nell'importazione della droga in Lombardia, un ruolo importante avrebbero avuto anche due appartenenti al gruppo degli Hells Angels che – secondo gli inquirenti – avrebbero svolto la funzione di staffetta al carico di droga. Gli arresti sono avvenuti tra Spagna, Olanda e Lituania: in Olanda è stata sottoposta a sequestra la galleria d'arte "Art3035 Gallery" mentre in Italia sono state sequestrate due aziende di logistica che si trovano a Pero (Milano) e Como.

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