I giovani neonazisti della “Milano bene”: “La pistola usala per sparare a comunisti, neg.. e fro..”
I neonazisti della "Milano bene" fermati ieri a Milano avevano progettato un raid contro un attivista dei centri sociali di origini magrebine. Lo rivelano le carte dell'indagine coordinata dai magistrati Enrico Pavone e Alberto Nobili, capo del pool antiterrorismo della procura, e condotta dagli investigatori della Digos di Milano. Il raid, che nelle intenzioni del gruppo non doveva ancora essere rivendicato perché i tempi non erano ancora maturi per la loro rivoluzione, non si verificò solo grazie a un controllo della Polizia, che indagava già da sei mesi su di loro: "L'azione la vorrei fare a prescindere perché è un musulmano di merda che non dovrebbe neanche stare nella nostra nazione", diceva uno dei ragazzi nella pianificazione del raid, che però si raccomandava: "Mi raccomando non bisogna dire neg.. di merda, non deve essere riconducibile a questioni razziali. Ovvio che per noi è razziale, ma non dirgli neg.. di merda muori".
Chi sono i quattro giovani neonazisti fermati dalla Digos
Sono quattro i giovani per i quali la procura aveva chiesto il carcere, ma che alla fine sono stati sottoposti per ordine del giudice per le indagini preliminari Manuela Accurso Tagano all'obbligo di dimora e di firma. Si tratta di persone già note alle forze dell'ordine per la loro frequentazione di movimenti di estrema destra milanese: il 20enne Giulio Leopoldo S.L., il 21enne Luca G. (ex CasaPound-Blocco studentesco), il 21enne Tommaso "Tumsi" G. e il 20enne Aleksij T.K., soprannominato Breivik dal nome del terrorista norvegese che uccise 77 persone e indagato quando era ancora minorenne per scritte antisemite contro uno studente ebreo del prestigioso liceo Parini di Milano.
Erano pronti ad azioni per finanziarsi
I quattro, tutti provenienti da cosiddette "buone famiglie", si erano dati il nome di "Avanguardia rivoluzionaria" e, secondo quanto hanno riferito gli investigatori in una nota, "perseguivano l’ideale di instaurare un nuovo ordine mondiale di matrice nazifascista, basato sull’incitamento alla discriminazione e sulla violenza per motivi razziali, etnici e nazionalisti". Le loro idee erano estreme perfino per i movimenti di estrema destra che avevano frequentato: "Quelli di CasaPound e Forza nuova sono dei ciccioni con la cirrosi epatica", dicono in una delle intercettazioni riportate dal "Corriere della sera". I quattro si ispiravano ai gruppi suprematisti americani, si erano dotati di uno statuto, di regole, di nomi di battaglia e di una rigida gerarchia ed erano pronti a compiere azioni violente per finanziarsi, come estorcere denaro a un minore. Si erano inoltre dotati di una pistola a salve che avevano modificato per renderla pericolosa.
Le intercettazioni tra padre e figlio
Uno dei ragazzi sottoposti alle misure cautelari proviene da una famiglia nota negli ambienti culturali milanesi, ma le cui idee politiche e razziali hanno evidentemente pervaso anche il figlio. La madre, in vista di un esame per il suo corso universitario in Scienze politiche all'Università di Trieste, gli aveva consigliato la lettura del "Saggio sulla diseguaglianza delle razze umane" di Joseph Arthur, conte di Gobineau, un testo che propugna la superiorità dell'"uomo bianco" ed è considerato uno degli esempi di "razzismo scientifico". Il padre invece possiede diverse armi da collezione, tra cui una pistola utilizzata dai nazisti, la preferita dal figlio: "Infatti quando piglierai il porto d’armi ti verrà data – dice il padre tra le risate – Naturalmente per usarla con i comunisti, i neg.., con i fro..". Adesso i quattro giovani neonazisti devono rispondere di associazione a delinquere e incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici o religiosi.