I genitori di Stefania, uccisa dal marito: “Alessandro spieghi perché ha distrutto la sua famiglia”
"Nostro genero spieghi perché ha distrutto la sua famiglia. Così ha ucciso anche noi". Se lo chiedono tutti i giorni i genitori di Stefania Pivetta, la donna uccisa insieme alla figlia di 16 anni dal marito Alessandro Maja. Se lo chiedono da quando i carabinieri sono entrati nella villetta di Samarate, in provincia di Varese, e hanno trovato i due cadaveri e il corpo del figlio 23enne in fin di vita. Il ragazzo si trova all'ospedale di Varese che lotta ancora tra la vita e la morte. "Continuo a pensare a lui, a cosa ha nella testa la mattina quando si sveglia, e al fatto che vorrei guardarlo in faccia e chiedergli perché, perché ha fatto una cosa simile", si chiede la signora Ines, intervistata dal programma tv "La vita in diretta".
Stefania non voleva separarsi
In questi giorni si indaga sul movente. Gli inquirenti stanno cercando di capire cosa abbia spinto l'uomo a commettere un simile gesto. I genitori di Stefani, la madre Ines e il padre Giulio, ai microfoni del programma Rai dicono tutta la loro verità: "Non è vero che nostra figlia voleva separarsi". La donna voleva aiutare il marito che stava vivendo un periodo di difficoltà. "Tanta gente parla anche se non sa le cose, ma davvero non c’era niente che facesse presagire una cosa del genere", spiegano ancora i genitori. Giulio, il nonno delle 16enne, ha anche raccontato che la ragazza era andato da lui dicendogli: "Papà è venuto da me e mi ha chiesto scusa". Non è chiaro per cosa fossero le scuse.
Ancora grave il figlio Nicolò
Intanto i genitori di Stefania attendono con ansia che migliorino le condizioni del nipote Nicolò allora in ospedale e ancora sedato dopo un'operazione d'urgenza. Poche ore fa è stato trasportato in reparto di Psichiatria invece l'indagato: l'uomo doveva essere sottoposto nella giornata di oggi, venerdì 6 maggio, all'interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Busto Arsizio. Considerato il trasferimento in ospedale e a causa delle sue condizioni, l'interrogatorio è stato rimandato.