I genitori di Giulia Tramontano a Fanpage.it: “Fino all’ultimo ha fatto capire di essere una donna libera”
Franco Tramontano e Loredana Femiano. Abbiamo imparato a conoscerli, pur nella loro riservatezza, come simbolo di un dolore inenarrabile e atroce, gridato in maniera silenziosa. "Ti puoi immaginare di tutto – dice a Fanpage.it Franco Tramontano a fianco della moglie -, ma non che una figlia ti venga portata via da chi dovrebbe amarla e proteggerla".
Il femminicidio di Giulia Tramontano, uccisa insieme al piccolo Thiago che portava in grembo dal fidanzato Alessandro Impagnatiello, reo confesso, ha sconvolto l'Italia e ci ha reso, pur nel dramma, familiare il volto di una giovane donna di 29 anni, arrivata da Sant'Antimo (Napoli) a Senago (Milano) con tanti sogni e progetti. Di lei, innanzitutto, chiediamo ai genitori.
"Dire chi era Giulia è doloroso – racconta a Fanpage.it Loredana Femiano -. Voglio dire: chi è Giulia? Giulia è la mia primogenita, l'abbiamo voluta fortemente e già nei primi giorni dalla sua nascita abbiamo capito che sarebbe stata una bambina fantastica. Con il passare del tempo la sua tempra si è formata sempre più fortemente in quello che sarebbe poi risultato essere il suo carattere di donna. Le piaceva fare da mamma a Chiara (sorella di Giulia, ndr), era attenta ai suoi bisogni; poi, con la nascita del terzo figlio (fratello di Giulia, ndr), Giulia è stata investita ancora di più nel ruolo di una mamma. È stata sempre quella più sensibile".
"Si faceva carico di responsabilità che non erano neanche le sue – aggiunge Franco Tramontano -, questo era dovuto alla sua grande sensibilità. Era…Vabbè, cosa posso dire? Era mia figlia".
Il pensiero riavvolge gli eventi fino a un passato ancora non segnato dalla mancanza: "L'avevo incontrata a Milano il 14 aprile del 2023 – ricorda papà Franco -. Ero in città per lavoro e Giulia mi chiamò e mi chiese di mangiare una pizza tutti insieme: ero felicissimo. In quell'occasione c'era anche lui (Alessandro Impagnatiello, ndr) e quando ci salutammo Mario (fratello di Giulia, ndr) gli disse ‘Mi raccomando, trattami bene mia sorella‘. Un mese dopo Giulia non c’era più".
Franco e Loredana fanno uno sforzo immenso nella narrazione del dolore più grande, che nessun genitore vorrebbe e dovrebbe mai affrontare. "Quello che è capitato a noi è qualcosa di disumano – riflette Franco -. Puoi pensare di tutto, ma non che una figlia ti venga portata via da una persona che avrebbe dovuto invece starle vicino, amarla. È qualcosa di inimmaginabile".
Poi la mente ritorna a domenica 28 maggio 2023, qualche ora dopo che Alessandro Impagnatiello aveva messo fine alla vita di Giulia Tramontano e del bambino, Thiago, che insieme aspettavano. "Quando abbiamo saputo che Giulia non si trovava e che era stata sporta denuncia ai carabinieri, eravamo a una festa – ricorda Franco -. Siamo ritornati a casa e a mezzanotte ci siamo buttati in macchina, da Sant'Antimo verso Senago. Quando siamo partiti ho detto a mia moglie ‘Questo è il viaggio più brutto della nostra vita, perché noi andremo là e ci porteremo a casa Giulia che non c'è più'”.
La mamma e il papà di Giulia Tramontano dal primo momento pensano al peggio. "Quando mi hanno detto che Giulia non si trovava – ricorda ancora Franco – ho detto ‘Non esiste. Non fa parte della personalità, del modo di essere di mia figlia – intanto Loredana annuisce -. Se Giulia non si trova è perché qualcuno l'ha fatta scomparire, l’ha eliminata'”.
Timori che purtroppo si rivelano fondati. "Siamo arrivati a Senago dai carabinieri alle 8:30 di mattina – ha ben impresso nella mente la mamma di Giulia -. Io piangevo vicino al comandante, perché avevo già capito tutto. E il comandante mi diceva ‘Signora, la troveremo. Ma perché piange? Perché piange?"‘.
E invece. Nella notte tra il 31 maggio e l'1 giugno Alessandro Impagnatiello, messo alle strette dagli inquirenti, confessa l'omicidio e fa trovare il corpo di Giulia Tramontano, gettato nell'intercapedine di un garage poco distante dall'appartamento in cui i due avevano vissuto insieme.
Al processo in Corte d'Assise a Milano, iniziato il 18 gennaio 2024 e per cui è prevista la sentenza il prossimo 25 novembre, Impagnatiello deve rispondere delle accuse di omicidio volontario aggravato, occultamento di cadavere e interruzione non consensuale di gravidanza. Le pm Alessia Menegazzo e Letizia Mannella hanno chiesto per lui la pena dell'ergastolo con isolamento diurno di 18 mesi.
La famiglia di Giulia Tramontano ha presenziato a quasi tutte le udienze, affrontando viaggi estenuanti ma soprattutto sopportando di ripercorrere i momenti più dolorosi. "Quando siamo tornati da Milano dopo l'ultima udienza (dell'11 novembre, ndr) – racconta Franco Tramontano – eravamo distrutti, distrutti. La cosa più difficile in tutto questo processo è stata ascoltare la difesa (di Alessandro Impagnatiello, ndr). Perché Giulia è stata mancata di rispetto, e insieme a Giulia tutta la nostra famiglia: a sentire la tesi della difesa sembra che Giulia se la sia cercata. E questa è una cosa veramente intollerabile. Dire che Giulia se non fosse andata quel giorno lì (a incontrare l’amante di Impagnatiello, ndr) non sarebbe morta…
"Oppure – aggiunge Loredana – se non avesse tenuto il bambino, Giulia sarebbe ancora viva. Non si può sentire. Giulia aveva una famiglia, ha una famiglia e il figlio era nostro figlio, nostro nipote".
"Lui (Impagnatiello) – riprende la parola Franco – dice il contrario, ma Giulia sarebbe tornata a casa da noi, avrebbe partorito, sicuramente si sarebbe fatta una vita da sola, perché non aveva bisogno di lui. Giulia era una ragazza, una donna autonoma".
Oltre alle parole, spesso dolorosissime, in Tribunale a Milano la famiglia Tramontano ha dovuto affrontare anche la compresenza della persona che ha messo fine alla vita di Giulia e di Thiago. "In tutte le udienze lui (Impagnatiello, ndr) era sempre a testa bassa, con quel finto dondolare delle ginocchia, come uno che è agitato, il fazzolettino in mano… Spesso io mi sono anche seduta proprio vicinissima alla “gabbia”, contrariamente al parere dei carabinieri che mi dicevano ‘No, signora, no, la prego', ma niente: non ha mai incrociato il mio sguardo".
Eppure, secondo Loredana e Franco, l'udienza dell'11 novembre 2024 ha segnato un cambio di atteggiamento da parte dell'imputato: "L'ultima volta – osserva Loredana – ha mutato completamente, assolutamente, espressione". "Era cambiato il ‘palcoscenico'", aggiunge Franco, sostenuto dalla moglie – Non doveva più mascherarsi, ormai aveva capito che i “giochi” erano fatti e quindi si è mostrato per quello che era: spavaldo".
La sentenza è vicina, vicinissima. "Ci aspettiamo che lui abbia la pena massima – dice il papà di Giulia -, ma a noi non cambierà nulla, assolutamente". "Perché la vera pena – le fa eco Loredana – l'abbiamo avuta noi, ma soprattutto l'ha avuta Giulia".
E quindi, chi è Giulia Tramontano? "Giulia per me è stata una donna che ha avuto coraggio – la ricorda il padre -, una donna che ha cercato fino in fondo la verità, perché era stanca di sentirsi dire menzogne. Anche nel messaggio che gli ha mandato (a Impagnatiello, ndr) quando stava ritornando a casa, ha scritto ‘Sto tornando a casa, fatti trovare'. Poi ovviamente le è costato la vita, però fino all'ultimo l'ha sfidato e gli ha fatto capire ‘Io sono una donna, sono libera e non ho bisogno di nessuno‘".
"E io – continua Franco Tramontano – credo che Giulia sarà ricordata anzitutto per il suo coraggio". "Sì, sono d'accordo – si affianca Loredana -. Giulia ha dimostrato a una nazione intera che cos'è l'amore. L'amore per un figlio, l'amore per una famiglia". "E il rispetto – interviene Franco – Il rispetto per la vita. Infatti io ritengo che ciò che va insegnato e ciò che noi possiamo capire da tutto questo è che dobbiamo sperare in una società in cui prevalga la cultura del rispetto e del confronto civile, perché una donna e anche un uomo devono essere liberi di decidere se stare o non stare con qualcuno". "Di poter scegliere liberamente", aggiunge Loredana, che conclude: "Noi siamo fieri di Giulia, siamo fierissimi".