I due operai trovati senza vita nel container a Moltrasio, morti per lavoro senza aver mai preso lo stipendio
Morti sul lavoro, per il lavoro.
Famiglia e bambini piccoli lasciati in Egitto, giornate intere in cantiere per per realizzare le gettate di cemento armato destinate a sostenere tre ville di lusso vista lago di Como, la notte dentro un prefabbricato di metallo pur di risparmiare le spese del viaggio.
Sono morti Salah Abdelaziz e Samir Mohamed Said, i due operai trovati senza vita in un container di Moltrasio (Como) per aver acceso un braciere di notte, senza neanche aver ancora ricevuto il primo stipendio. E, a quanto pare, senza nessun altro tipo di tutela.
Senza contratto di lavoro
Sì, perché i Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Como, per il momento, non hanno ancora trovato un contratto, un documento di qualsiasi tipo che possa chiarire chi avesse assoldato i due operai, o in quali condizioni lavorassero.
Perché Salah Abdelaziz, richiedente asilo di 27 anni, e Samir Mohamed Said, 29 anni, privo di permesso di soggiorno, si trovavano lì? Avevano ricevuto adeguata formazione? Chi ha dato loro il permesso di dormire da ben un mese nel container e chi lo sapeva, al di fuori dei colleghi?
Cantiere sotto sequestro per motivi di sicurezza
Intanto, in attesa di ricostruire con esattezza la filiera del cantiere (che costruisce ville di lusso per un committente russo, e che comprenderebbe almeno tre aziende di cui due in subappalto), i militari hanno posto sotto sequestro il luogo di lavoro per motivi di sicurezza. E, in particolare, la mancanza di protezioni.
"Situazione non rispettosa della legge"
Intanto puntano il dito i vertici di Cgil, Cisl e Uil di Como, che ieri hanno organizzato un presidio di denuncia in città. "È una situazione non rispettosa delle più elementari norme di igiene e sicurezza, nonché della dignità della persona. Morire in quelle condizioni è terribile e insensato".