I diversi volti dell’anziana che ha ucciso il vicino: amorevole per alcuni, squilibrata per altri
Per terra, adesso, c’è solo una grande chiazza bianca, probabilmente di disinfettante. Ma allungando lo sguardo, appoggiati alla ringhiera che attornia lo stabile D del condominio “Il Quadrifoglio” di via Bressane, alcuni mazzi di fiori suggeriscono la tragedia appena consumata. Le candele sciolte e un bigliettino con scritto “Rip. Gigi” svelano il dramma celato dalla giornata di sole, i cani a passeggio, le persone in bicicletta. Quello spiazzo di erba e cemento in un tranquillo complesso residenziale di Treviglio (Bergamo) giovedì 28 aprile, verso le 7.30, si è trasformato nel teatro di una sparatoria. A sferrare i colpi con una revolver Silvana Silvana Erzembergher, 71 anni, ambulante in pensione. A riceverli due vicini di casa: Luigi Casati, 62 anni, e la moglie Monica Leoni, 58. Per Luigi non c’è stato nulla da fare, Monica è invece ricoverata in gravi condizioni per le ferite riportate.
Chi era davvero Silvana Erzembergher?
“So che prima di andare in pensione aveva un negozio a Treviglio e andava in giro a fare i mercati – dice Francesca Turani, che vive nella palazzina accanto a quella della 71enne -. A quanto pare era integrata nella comunità, ma quando si era trasferita qui, una decina d’anni fa, erano subito iniziati i problemi con i vicini”. Non solo con Casati e Leoni: “Gli inquilini della sua palazzina – continua Turani – mi hanno raccontato che faceva spesso dispetti, come suonare il campanello a ogni ora del giorno e della notte. Si era scoperto che era effettivamente lei, ma nessuno aveva segnalato la cosa”.
Il mistero della denuncia e della pistola
Una denuncia era invece partita, a maggio del 2021, proprio da Monica Leoni, che aveva riferito ai Carabinieri di Bergamo di essere stata inseguita con un bastone. Ma, a quanto pare, la coppia non conosceva il nome della donna, sul cui campanello c’è solo scritto “Zanda Erzembergher”. Il doppio cognome deve aver quindi confuso i dati durante la denuncia, che, come confermato dai Carabinieri, non potè avere seguito di indagini, perché la persona denunciata non risultava esistere.
In caso contrario la Erzembergher non avrebbe certo mantenuto il porto d’armi, regolarmente acquisito per praticare il tiro a segno. “Noi però – precisa il presidente del Poligono di Treviglio, Paolo Mezzadra – qui non l’abbiamo mai vista. Ho controllato sui registri, era venuta una volta nel 2000 e poi un’unica altra volta nel 2015”.
I campanelli d’allarme
“Uno degli ultimi giorni – riporta Francesca – si era messa a gridare in mezzo alla corte, dicendo ‘Io vi ammazzo tutti’. Ogni volta che aveva un problema con altri inquilini minacciava di avere un’arma in casa”. Forse però qualcuno non le credeva: “In questo stabile ci sono tantissimi bambini e ragazzi – dice una giovane mamma -, il pomeriggio sono tutti fuori a giocare. Non sapevamo che ci fosse una persona armata. La vedevo perché aveva il box davanti al nostro, l’abbiamo salutata qualche volta, ma lei non ha mai ricambiato”. Nel poggiolo di Silvana, al pian terreno del palazzo 2D, ci sono ancora lo stendino con la biancheria stesa ad asciugare, l’innaffiatoio, una cassa d’acqua e due bottiglie di vino. Le tapparelle, invece, sono tutte abbassate.
Solare, amorevole, ben vestita… poi il cambiamento
“Con me è sempre stata una persona amorevole – commenta Milena Boccuni, che per anni ha vissuto vicino alla figlia di Silvana e conosceva la signora -. Era ben vestita, ben pettinata e solare. Non ho mai avuto problemi con lei, anche se le ultime volte che l’ho incontrata mi sembrava diversa, mi pareva giù di tono. L’altro giorno, all’Eurospin, non mi ha riconosciuta né salutata”.