I baby killer di Cristian Sebastiano difendono il presunto mandante: “Gambino non c’entra nulla”
I due baby killer di Cristian Sebastiano, l'uomo di 42 anni ucciso nel novembre del 2020 durante la compravendita di cocaina, hanno testimoniato nel processo in cui è imputato Giovanni Gambino, 43enne monzese accusato di essere stato il mandante del delitto. Nelle loro testimonianze, i due ragazzini ora 16enni, hanno ribadito di essere "andati da Cristian per rapinargli la cocaina, non per ucciderlo". Quando l'uomo ha estratto la polvere bianca, però, uno dei due ha estratto il coltello cominciando a colpirlo fino ad ammazzarlo.
Per il momento, la coppia di baby killer non si sbilancia sul ruolo dell'imputato. Anzi, ribadiscono che "Giovanni non era con noi, non c’entra nulla con questa vicenda". Secondo l'accusa, invece, il 42enne avrebbe istigato all'omicidio i due ragazzi, allora appena 14enni. R. e S., riconosciuti colpevoli dell'omicidio di Cristian, sono stati condannati a 14 anni e quattro mesi di reclusione in primo grado, sentenza poi confermata in Appello. La testimonianza nel processo contro Gambino è arrivata nella giornata di ieri, mercoledì 6 luglio.
Il primo a raccontare la sua versione dei fatti è stato R. che ha spiegato come lui comprasse cocaina dalla vittima e spacciasse hashish: "Andavo a casa di Gambino perché era mio cliente, eravamo a casa sua la mattina dell’omicidio perché gli vendevo la droga ma non abbiamo parlato con i presenti dell’intenzione di rapinare Cristian, ne abbiamo parlato io e S. e magari qualcuno ci ha sentito". Poi è stato il turno di S. ha comunicato di volersi avvalere della facoltà di non rispondere. Il pm ha quindi provato a convincerlo alludendo al silenzio del giovane imposto dalla paura di possibili ritorsioni dell'imputato, senza trovare però fortuna. Il processo è stato riaggiornato a metà settembre. Allora verrà interrogato l'imputato Giovanni Gambino.