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I 17 proverbi e detti milanesi più famosi e divertenti in dialetto lombardo

Il dialetto milanese ma più in generale il dialetto lombardo è ricco di proverbi che restano ancora parte integrante della vita quotidiana e modi di dire che sono divertenti ma allo stesso tempo nascondono un significato profondo. Nell’articolo verranno presentati i 17 detti più significativi del dialetto lombardo e milanese.
A cura di Carlo Coi
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

In Lombardia, più di un terzo della popolazione parla e comprende correttamente il dialetto. Questa lingua, tramandata dalle generazioni più anziane, non è disdegnata neppure dai millennials, specialmente nei paesi di provincia. È un fenomeno tutt’altro che in via di estinzione, fortificato dai proverbi e dai modi di dire che utilizzati negli sprazzi di vita quotidiana rendono la lingua attuale nonostante la globalizzazione. Per scoprire l'origine del dialetto lombardo e milanese, bisogna fare un salto indietro nel tempo: oltre alle radici latine, non mancano influenze delle lingue celtiche e indoeuropee. Oggi, questo dialetto integra nuovi termini adattati ai tempi moderni, permettendogli di rimanere vivo e vegeto.
Il dialetto milanese viene anche chiamato "meneghino", dal personaggio di “Meneghin”, ovvero la maschera tradizionale della commedia popolare milanese. Il suo vero nome di battesimo era Domenico, un servo con tratti comici, ma, a differenza di Arlecchino e Pulcinella, era più scaltro e indipendente.
Scopriamo i 17 proverbi milanesi e lombardi più belli, unici e ancora attuali:

#1 L’è ón muségh de Lambràa

È un musico di Lambrate. A Lambrate, un quartiere nella zona nord-est di Milano, si allevavano asini che non erano proprio dei virtuosi della musica. Così, se qualcuno è stonato, viene scherzosamente paragonato a un "musico di Lambrate".

#2 Tre òcch e tre dònn fann el mercàa de Sarònn

Tre oche e tre donne fanno il mercato di Saronno. Si dice che il mercato di Saronno fosse uno dei più vivaci della provincia. Il chiacchiericcio delle donne del mercato era così intenso che tre donne e tre oche insieme avrebbero creato lo stesso rumore!

#3 Sgùret el cóo in del Lamber

Pulisciti la testa nel Lambro. Un tempo il fiume Lambro era così pulito che i pescatori cercavano i gamberi nelle sue acque. Oggi la situazione è cambiata, ma il proverbio è rimasto per dire che qualcuno potrebbe avere bisogno di una "ripulita" mentale.

#4 La bocca l’è minga stracca se la sa no de vacca.

La bocca non è stanca se non sa di vacca. Un proverbio molto usato nelle trattorie milanesi che afferma che un buon pasto deve terminare con un po' di formaggio. E chi meglio dei lombardi può apprezzare una deliziosa dose di formaggio?

#5 L’acqua de agost, la rinfresca el bosch

La pioggia di agosto rinfresca il bosco. Un proverbio meteorologico sempre valido: quando ad agosto inizia a piovere, il clima diventa fresco e piacevole, perfetto per godersi una vacanza in montagna.

#6 La cativa lavandêra la troeuva mai la prèja bonna

La cattiva lavandaia non trova mai la pietra buona. Nella zona di Porta Ticinese a Milano, c'era un tempo il “vicolo delle lavandaie”. Se una lavandaia fosse stata incapace, non avrebbe trovato mai la pietra giusta per lavare i panni. In altre parole, chi non sa fare qualcosa trova sempre scuse.

#7 La legora, senza cör, la se ciâpa a tutti i ör.

La lepre, senza correre, la si prende tutti i momenti. Questo proverbio ci ricorda che chi vuole tutto subito spesso finisce per ottenere risultati deludenti. La pazienza è una virtù!

#8 La malerba l’è quèla che cress püssee

L’erba cattiva non muore mai. Le persone malvagie sembrano sempre sfuggire alle conseguenze. Un classico che non perde mai di attualità.

#9 Basta minga avegh i daneè, ma ancà savè spend

Non basta avere il denaro, bisogna saperlo spendere. Un modo di dire tipico di Milano, spesso usato per prendere in giro i “bauscia”, i signorotti che ostentano ricchezza senza però offrire mai un caffè ad un amico!

#10 Se te resta el coeur me quell d’on fioeu, te saree on grand òmm

Un grande uomo è colui che non perde il bambino che è in sé. Come dice Max Pezzali nella sua celebre hit “Hanno ucciso l’uomo ragno”, il più grande crimine è perdere la propria essenza fanciullesca.

#11 El fioeu tropp carezzaa l’e’ mal levaa

Il figlio troppo coccolato è mal allevato. Un proverbio amato dalle nonne lombarde che consigliano un'educazione severa per evitare che i propri nipoti diventino insopportabili adolescenti.

#12 A parlà pocch se falla mai

A parlare poco non si sbaglia mai. In Lombardia, è meglio parlare con cautela e solo quando si conosce bene l'argomento, piuttosto che rischiare di dire sciocchezze.

#13 Tant va la gatta al lard che la ciapa al trappol

Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino. Chi insiste in comportamenti rischiosi, prima o poi ci rimette le penne. Un avvertimento che invita a non esagerare.

#14 El ghisa che fa el dur, l'è sempr in cerca de carità.

Il vigile che fa il duro è sempre in cerca di carità. Quando un vigile urbano (detto "ghisa" per la sua uniforme color gesso) si comporta in modo severo, potrebbe in realtà cercare un po' di comprensione e umanità.

#15 El temp l'è un galantòm

Il tempo è galantuomo. Col passare del tempo, la verità emerge sempre e le bugie vengono smascherate.

#16 Che l’om èl smarses, la fonna la fiores

Quando il marito muore, la moglie rifiorisce. Un proverbio bergamasco che sottolinea come, quando la donna è libera dai vincoli del marito, possa rifiorire e mostrare il suo vero splendore.

#17 Chi tö moér a l'fa bé, chi no l'la tö l'fa mèi

Chi si sposa fa bene, chi non si sposa fa meglio. Un proverbio bresciano che suggerisce che, anche se sposarsi può essere una buona cosa, restare single può essere ancora meglio.

E così, tra proverbi e risate, il dialetto milanese e lombardo continua a vivere e a colorare la vita quotidiana con il suo unico e affascinante charme!

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