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Hostess denuncia un abuso sessuale e l’uomo viene assolto: “Vittima due volte, sono rimasta senza lavoro”

“Ho perso il lavoro, mi sono dovuta licenziare, sono stata trattata come una mitomane”: a dirlo è Barbara D’Astolto, l’ex assistente di volo che ha denunciato un uomo di averla molestata. Questo è stato assolto dai giudici perché i comportamenti dell’uomo non sono stati tali “da porre la persona offesa in una situazione di assoluta impossibilità di sottrarsi alla condotta”.
A cura di Ilaria Quattrone
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Barbara D'Astolto
Barbara D'Astolto, ex hostess

"Ho perso il lavoro, mi sono dovuta licenziare, sono stata trattata come una mitomane": a dirlo è Barbara D'Astolto, l'ex assistente di volo che ha denunciato un uomo di averla molestata durante un colloquio avvenuto nel 2018 per una vertenza all'aeroporto di Malpensa.I pubblici ministeri hanno contestato quelle molestie come abusi sessuali. Il sindacalista è stato però assolto sia in primo che secondo grado perché per i giudici quei comportamenti non sono stati tali "da porre la persona offesa in una situazione di assoluta impossibilità di sottrarsi alla condotta" e ancora "ne discende con ciò che la condotta non ha (senz'altro) vanificato ogni possibile reazione della parte offesa, essendosi protratta per una finestra temporale che le avrebbe consentito anche di potersi dileguare".

Le motivazioni delle due sentenze hanno sollevato diverse polemiche. E tantissime persone, soprattutto donne, hanno mostrato la loro solidarietà alla hostess: "Dopo quello che è successo mi stanno scrivendo tantissime donne, raccontando una storia più dolorosa dell’altra. L’8 marzo, il 25 novembre, la panchine rosse mi sembrano tutte iniziative di facciata, quando nel 2024 ci troviamo ancora a leggere sentenze di questo genere", ha detto la donna in un'intervista al quotidiano Il Giorno.

D'Astolto ha sottolineato che è pronta a portare il caso davanti alla Corte di Cassazione e "se necessario alla Corte europea per i diritti dell'uomo". Ha poi precisato di aver letto attentamente le motivazioni della sentenza: "Pensavo che con il primo grado si fosse toccato il fondo, invece in Appello sono andati oltre. Hanno aggiunto il fatto che la corporatura del sindacalista non era tale da incutere timore, come se la pericolosità di una persona si possa giudicare dalla stazza. Sono considerazioni che fanno cadere le braccia".

Questa vicenda ha avuto molte ripercussioni sulla vita dell'assistente di volo. Ha infatti perso il lavoro perché si è dovuta licenziare: "Sono stata trattata come una mitomane. Per fortuna avevo un piano B e adesso, grazie al mio titolo di studio, insegno alla scuola primaria. Alle mie due figlie, la più grande ha 12 anni, non ho mai raccontato quello che è successo. Sono consapevole che, prima o poi, dovrò affrontare l’argomento".

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