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Omicidio Marta Di Nardo

“Ho ucciso Marta Di Nardo per prenderle il bancomat”, la Procura indaga sul movente del vicino

Non è ritenuta del tutto convincente la versione fornita da Domenico Livrieri secondo la quale avrebbe ucciso Marta Di Nardo per prenderle il bancomat. La Procura eseguirà nuovi accertamenti sui conti dei due, prima di disporre un’eventuale perizia psichiatrica per il 46enne.
A cura di Enrico Spaccini
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Domenico Livrieri e Marta Di Nardo
Domenico Livrieri e Marta Di Nardo
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Nessuna perizia psichiatrica sarà disposta nei confronti di Domenico Livrieri finché non saranno completati gli accertamenti sul presunto movente economico. Lo ha deciso il pm Leonardo Lesti che nei prossimi giorni ascolterà di nuovo il 46enne che il 4 ottobre scorso ha ucciso la sua vicina di casa Marta Di Nardo in un caseggiato Aler di via Pietro da Cortona a Milano.

Il giorno dell'omicidio

Durante il primo interrogatorio di garanzia Livrieri aveva detto di aver colpito Di Nardo "perché volevo prenderle il bancomat e prelevare liberamente". Le indagini hanno ricostruito come la mattina del 4 ottobre scorso il 46enne aveva chiamato al telefono Di Nardo, che abitava nello stesso palazzo, per restituirle 20 euro.

I due si erano conosciuti in un bar della zona e tra i due era nato un rapporto di amicizia. Come raccontato dallo stesso Livrieri al gip, spesso accadeva che la 60enne gli preparasse da mangiare e gli prestasse denaro.

La mattina del 4 ottobre, quindi, si trovavano sul bordo del letto di Livrieri e stavano parlando. Ad un certo punto, il 46enne avrebbe estratto un coltello che aveva nascosto in precedenza sotto la coperta e l'avrebbe colpita al collo mentre era di spalle. Dopodiché, avrebbe nascosto il corpo di Di Nardo sotto il letto lasciandocelo per una settimana. Il suo corpo è stato trovato solo il 20 ottobre, fatto a pezzi da Livrieri.

I dubbi della Procura

Che Livrieri abbia fatto tutto questo solo per prenderle il bancomat, solleva qualche perplessità negli inquirenti, poiché la donna probabilmente non aveva grandi disponibilità economiche. Come riportato da Il Giorno, intanto il racconto fornito dal 46enne ha valore di confessione spontanea con l'aggravante della rapina, ma altri accertamenti sui conti suoi e di Di Nardo dovranno essere svolti nei prossimi giorni.

È emerso, inoltre, che Livrieri avrebbe dovuto risiedere da marzo 2022 in una Rems (Residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza), cosa che non è avvenuta per "mancanza di disponibilità". Tuttavia, solo al termine delle verifiche della situazione economica dei due sarà valutata dalla Procura la possibilità di disporre una perizia psichiatrica per il 46enne, esame che dovrà stabilire se al momento dell'omicidio era capace di intendere e di volere.

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