“Ho sbagliato, l’adrenalina ha preso il sopravvento”: parla uno dei vigili che ha picchiato una donna a Milano
"Ho sbagliato. Ma la concitazione di quei momenti, la corsa per riprendere quella persona dopo il finto svenimento e l’immagine che continuava a girarmi in testa dei bimbi a scuola hanno preso il sopravvento".
È il racconto a Il Giorno di uno dei quattro agenti che nella mattinata di mercoledì 24 maggio hanno preso a manganellate una donna trans in zona Bocconi a Milano, per poi venire ripresi da un residente della zona e immortalati in un video diventato virale.
La versione dei fatti già smentita dalla Procura
Parole che riportano ancora una volta, di fatto, la versione dei fatti inizialmente diffusa dal sindacato di polizia e dal Comune (e prontamente smentita sia dalle testimonianze dei presenti che dalla Procura, che ha aperto un fascicolo sulla vicenda), secondo cui la polizia sarebbe stata chiamata sul luogo, davanti al parco Trotter, perché la donna si sarebbe mostrata svestita davanti a una scuola elementare e avrebbe in seguito minacciato di infettare con il proprio sangue gli agenti. "Il video non ha aiutato a comprendere il contesto, quella che si vede è solo una piccola parte", spiega.
Che, secondo questa ricostruzione, sarebbe stata preceduta da minacce continue e sputi da parte della donna trans, prelevata e scortata in macchina dal Trotter fino all'ufficio arresti di via Custodi. Fino a quella scena ripresa in via Sarfatti, zona Bocconi. Perché si trovavano lì? "Abbiamo deciso subito di fermarci perché la donna sembrava svenuta", ha riferito l’agente "Di recente, ho fatto un corso per utilizzare il defibrillatore automatico: mi sono ricordato che ogni secondo è prezioso, e quindi ho pensato che quella persona avesse bisogno".
Il video che ha ripreso il pestaggio della polizia in zona Bocconi
Il video, poi, riprende quello che è accaduto dopo la fuga della donna dalla gazzella della polizia. La donna è a terra, mani alzate in aria in segno di resa. E quattro agenti intorno a lei, da sola. Nel parapiglia volano calci, strattoni, spinte, manganellate alla testa e al fianco. Nonché una spruzzata di spray al peperoncino in pieno volto.
"Mi hanno messo in auto. Io ho iniziato a lamentarmi, ho dato testate contro il plexiglas e quello che era il capo ha detto di fermarsi. Ha cercato di prendermi per i capelli per farmi scendere, mi ha dato le botte ma io l'ho spinto via e sono scappata. Mi sono nascosta dietro a un'aiuola e mi hanno trovata", il racconto di Bruna, la donna presa a manganellate a Fanpage.it. "Chiedevo di non picchiarmi, avevo le mani alzate".