“Ho paura a uscire da sola e ho dovuto cambiare casa”: intanto l’ex comprava l’acido per ucciderla
Fortunatamente, questa volta, sono intervenuti prima i carabinieri della Compagnia Monforte di Milano, altrimenti Livia (nome di fantasia) sarebbe potuta essere la 106esima vittima di femminicidio in Italia, dopo Giulia Cecchettin. A essere convinto dei rischi che le donna correva, oltre agli investigatori, è il giudice per le indagini preliminari Livio Cristofano, che infatti ha disposto la custodia cautelare in carcere del suo ex fidanzato, che aveva già acquistato un acido corrosivo. Nella denuncia lei racconta: "Ho paura a uscire da sola e in due mesi ho anche dovuto cambiare casa".
Arrestato lo stalker di una donna a Milano
Coordinati dalla procuratrice aggiunta Maria Letizia Mannella e dalla sostituta Giulia Floris, i carabinieri hanno indagato per mesi su un uomo, Federico D., commercialista di 33 anni originario di Roma che vive a Milano da anni. A far partire le indagini è stata la denuncia della sua ex fidanzata, una professionista di 32 anni, dopo che lui ha iniziato a perseguitarla quando la loro storia è finita lo scorso settembre.
Da quanto ha raccontato la ragazza, lui è sempre stato molto geloso e possessivo nei suoi confronti, al punto di chiederle perfino di rinunciare allo sport "per dimostrargli che era più importante dei suoi hobby". La situazione era già di per sé ingestibile così, tanto che Silvia, di ritorno da un viaggio con il tentativo di riconciliarsi, decide di lasciarlo definitivamente a settembre di quest'anno. E da lì, se possibile, l'oppressione degenera ulteriormente.
La donna inizia a ricevere telefonate mute, messaggi che le fanno capire chiaramente che qualcuno la sta seguendo e sta controllando i suoi spostamenti e perfino alcuni danneggiamenti all'auto. Ma decide di presentare denuncia quando, a metà ottobre, durante una trasferta di lavoro, scopre che intanto qualcuno è entrato nel suo appartamento a Milano e ha devastato tutto. A quel punto Silvia è costretta a tornare a vivere dai suoi genitori.
Nel frattempo il 33enne continua a proporle di tornare insieme e di riprovarci. Durante un'altra trasferta di lavoro, lei riceve un suo messaggio in cui le comunica di essere nella stessa città estera e le propone di vedersi. Invito ovviamente rifiutato. Ma lui non si ferma, continua a entrare nei suoi profili social, a farle telefonate anonime. Tanto che lei presenta altre quattro integrazioni di querela.
"Ho paura a uscire da sola e ho dovuto cambiare casa"
Intanto i carabinieri della Compagnia Monforte iniziano a controllarlo: dai tabulati telefoni risultano 189 chiamate di lui non risposte. Ma soprattutto, il 14 novembre, intercettano due conversazioni di lui molto preoccupanti. L'uomo va prima da un ferramente e poi in un colorificio per acquistare un acido corrosivo. "Dovrei sciogliere pure dei metalli, a me servirebbe una bocchetta magra, però non so se poi la scioglie…", dice ai negozianti.
In base a queste intercettazioni, i due Pm chiedono subito il mandato di arresto al Gip, che disonestammo la custodia cautelare in carcere. Ma la donna racconta: "Mi trovo ad aver perso la mia indipendenza. Da più di 8 anni vivevo da sola a Milano, ero una persona attiva e dinamica, e ora non sono più in grado neanche di fare una passeggiata da sola".