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Hanna Herasimchyk, trovata morta nel suo appartamento nel Milanese: cosa sappiamo finora

Non si dipana il mistero sulla morte di Hanna Herasimchyk, 46enne bielorussa trovata morta nella sua casa di Pozzuolo Martesana, nel Milanese. Il compagno non è per ora indagato e nessuno dei residenti sa o vuole dire qualcosa sulla donna deceduta.
A cura di Chiara Daffini
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Il condominio di Trecella in cui vivevano Hanna Herasimchyk e il compagno
Il condominio di Trecella in cui vivevano Hanna Herasimchyk e il compagno

È silenzio assoluto attorno e dentro il palazzo giallo e rosa di via del Citra, località Trecella, a Pozzuolo Martesana, in provincia di Milano. Qui fino a qualche giorno fa viveva Hanna Herasimchyk, 46 anni, insieme al compagno 43enne K.D. Il corpo di Hanna è stato ritrovato senza vita la mattina del 13 giugno, disteso sul pavimento tra il corridoio e il tinello dell’abitazione, senza che siano ancora chiare le ragioni della morte.

Nessuno, nel paese a una quarantina di minuti da Milano, sembra aver mai visto né tanto meno conosciuto Hanna, arrivata dalla Bielorussia con la speranza di una vita migliore, senza tuttavia riuscire a trovare una stabilità economica e affettiva. La relazione con K.D. sarebbe abbastanza datata, ma pare piuttosto turbolenta.

I condomini, "Liti e urla frequenti"

Liti frequenti e spesso rumorose: “Sapevo che davano problemi agli altri condomini per questo motivo”, dice a Fanpage.it una donna residente nella palazzina accanto. “Erano episodi che si sentivano – aggiunge una coppia dello stesso stabile -, un paio di volte erano intervenuti i carabinieri”.

Hanna però non aveva mai sporto denuncia per maltrattamenti e gli stessi carabinieri di Pioltello confermano a Fanpage.it di essere stati nell’abitazione due volte in tre anni, una volta chiamati dagli altri inquilini del palazzo e una volta dallo stesso K.D., ma sempre per litigi che si fermavano alle urla.

Lo stesso silenzio che vogliono mantenere tutti i residenti del complesso abitativo sembra aver avvolto la vita di Hanna, che sembrerebbe non aver frequentato alcun luogo della cittadina. Gli inquirenti hanno ricostruito gli ultimi mesi di profondo isolamento della donna, caduta in depressione e chiusa in casa. È uno stesso amico a confermare che “Ultimamente era diventata una hikikomori”.

Il compagno non è indagato

In paese tutti conoscono invece il compagno, un autotrasportatore polacco. “Un tipo tranquillo – così lo descrivono gli amici del bar -. Veniva qui per bere una birra, si parlava del più e del meno, ma lui sulla sua vita privata era molto riservato. Sapevamo solo che aveva una compagna, però non l’avevamo mai vista”.

A dare l’allarme della morte di Hanna è stato proprio K.D., rientrato a casa dopo due giorni di assenza, all’alba del 13 giugno. L’ultima lite, secondo il racconto dello stesso, era avvenuta la sera del lunedì precedente. Nessun segno evidente di violenza sul cadavere o di effrazione nell’appartamento, ma i primi risultati autoptici hanno rivelato che Hanna è morta soffocata: se da qualcuno è ancora da accertare, visto che c’erano tracce di rigurgiti nell’esofago.

Per sapere davvero che cosa è successo ad Hanna Herasimchyk bisogna aspettare i risultati completi dell'autopsia e il proseguo delle indagini ad opera del Nucleo investigativo di Milano, con il coordinamento del pm Francesca Crupi. Tra le ipotesi anche un possibile mix fatale di alcol e sostanze stupefacenti. K.D, invece, che per ora non è indagato, si sarebbe trasferito dopo la morte della compagna da alcuni parenti. “Qui – dicono nei due principali bar del paese – non lo vediamo da almeno una decina di giorni”.

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