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“Hai fatto la spia, vieni a rubare con me”: cosa c’è dietro alla rapina di due ragazzi della “Milano bene”

Avrebbe obbligato il compagno di scuola ad accompagnarlo nella rapina dopo che quest’ultimo aveva contribuito a farlo espellere dal prestigioso istituto. Così il 16enne ritenuto responsabile della rapina in un negozio cinese di via Paolo Sarpi è stato trasferito in comunità.
A cura di Fabio Pellaco
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Via Paolo Sarpi a Milano
Via Paolo Sarpi a Milano

Il più giovane avrebbe denunciato alla preside il furto di un paio di AirPods facendo espellere il compagno di scuola, così quest'ultimo lo avrebbe costretto a partecipare al colpo per farsi perdonare lo sgarbo. Emergono nuovi dettagli sui contorni della rapina avvenuta il 3 giugno in un negozio in via Paolo Sarpi nella Chinatown milanese. I protagonisti della vicenda sono due studenti minorenni che frequentavano una delle scuole internazionali più prestigiose della città.

La rapina nel negozio di Chinatown

I due giovani, un 15enne ungherese e un 16enne cinese, intorno alle 20.30 del 3 giugno scorso erano entrati a volto coperto e incappucciati nel negozio asiatico di alimentari Chineat di via Paolo Sarpi. Dopo aver intimato ai commessi di aprire la cassa, minacciandoli con una pistola, erano riusciti ad arraffare 800 euro.

Nella precipitosa fuga verso l'uscita, il più giovane era stato bloccato dai dipendenti con l'aiuto dei passanti in attesa dell'arrivo delle volanti inviate dalla Questura. Il 16enne era riuscito a fuggire facendo perdere le proprie tracce tra le vie del quartiere.

Il 15enne sarebbe stato costretto a fare da complice

Ascoltato dal pubblico ministero, il 15enne ha contribuito a delineare i contorni della vicenda, fornendo agli inquirenti il nome del presunto complice. Il giovane ha raccontato la sua versione dei fatti dicendo di essere stato vittima di una ritorsione dopo aver denunciato il 16enne alla direttrice della scuola per il furto di un paio di AirPods. Venuto a conoscenza di questo fatto avrebbe iniziato a fargli pressione con messaggi e telefonate, fino a costringerlo a partecipare alla rapina al negozio di Chinatown.

Il 15enne dopo aver trascorso un periodo di reclusione, prima nel carcere minorile Cesare Beccaria di Milano e poi agli arresti domiciliari, si trova in stato di libertà in attesa del processo.

La preside: "È insofferente alle regole e aggressivo"

Per il 16enne si sono invece aperte le porte di una comunità educativa, come disposto dalla giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i minorenni, Irina Grossi. Nonostante il giovane neghi di aver costretto il complice ad accompagnarlo nella rapina, secondo la gip esiste il pericolo "significativo e concreto" che il giovane possa compiere nuovamente atti simili.

La preside della scuola ha detto agli inquirenti che il 16enne avrebbe una "personalità particolarmente incline all'insofferenza alle regole e all'aggressività" e sarebbe stato responsabile di altri "29 episodi trasgressivi", oltre al furto degli auricolari. Gli accertamenti proseguiranno con l'analisi dello smartphone sequestrato allo studente nel luglio scorso in seguito alla perquisizione effettuata dalla sezione Antirapina della Squadra Mobile di Milano. Le chat potranno essere utili a trovare i riscontri necessari per confermare la versione del 15enne.

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