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Aggiornamenti sul'omicidio di Sabrina Beccalli a Crema

“Ha ucciso Sabrina Beccalli e ha bruciato il cadavere”, Alessandro Pasini rischia 28 anni di carcere

Il pubblico ministero che ha indagato sulla scomparsa e la morte di Sabrina Beccalli, la donna di 39 anni uccisa e il cui cadavere bruciato nell’agosto del 2020, ha chiesto una condanna a 28 anni per Alessandro Pasini. Il 46enne è l’unico imputato, accusato anche di incendio con pericolo per l’incolumità pubblica, distruzione di cadavere e crollo di edificio.
A cura di Filippo M. Capra
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La Procura lo ritiene colpevole di omicidio volontario, incendio con pericolo per l'incolumità pubblica, distruzione di cadavere e crollo di edificio. Per questo, chiede una condanna a 28 anni di carcere per Alessandro Pasini, unico indagato, e ora imputato, per la morte di Sabrina Beccalli, la donna di 39 anni che scomparve la notte di Ferragosto del 2020 a Crema dopo una nottata trascorsa proprio con l'uomo. Il suo cadavere non fu mai ritrovato, se non qualche residuo – che il successivo test del dna ha confermato appartenesse a lei – nel bagagliaio della sua auto, data alle fiamme proprio da Pasini, come lui stesso ha ammesso pur respingendo l'accusa di omicidio.

Morte Sabrina Beccalli, chiesti 28 anni per l'imputato Alessandro Pasini

La richiesta della Procura è stata inoltrata al giudice per l'udienza preliminare Elisa Mombelli al termine della requisitoria. L'imputato, recluso nel carcere di Monza dal momento del suo arresto, è sotto processo con il rito abbreviato, che concede lo sconto di un terzo della pena, cosa non consentita per il reato di omicidio. Per questo la Procura lo ha contestato chiedendo al giudice il rito normale. Sarà il giudice a decidere in merito.

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La linea difensiva: Sabrina è morta di overdose

Pasini, 46 anni, ha sempre dichiarato di aver trascorso la notte con Sabrina consumando droghe, pare eroina, aggiungendo che l'amica sarebbe morta per una overdose. Preso dal panico, avrebbe caricato il cadavere in auto portandola nelle campagne cremasche per darle fuoco. Il suo avvocato Paolo Sperolini si era arrabbiato molto quando era stato appurata la distruzione del cadavere, i cui resti erano stati trovati nell'auto, perché sintomo, a suo dire, che il suo assistito fosse stato sincero sin dall'inizio.

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