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Guida alpina morta durante una scalata in Svizzera: chi era il bergamasco Mauro Soregaroli

La guida alpina bergamasca Mauro Soregaroli è morta durante un incidente sulle montagne svizzere: è precipitato per cento metri nel vuoto sotto gli occhi del suo amico.
A cura di Giorgia Venturini
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Stava lavorando come guida alpina Mauro Soregaroli. Un lavoro che ha iniziato 35 anni fa. Fino a quando l'incidente sulle montagne svizzere non gli è stato fatale. Soregaroli, 64 anni di Bergamo, è morto sabato pomeriggio mentre stava accompagnando in vetta al Grand Golliat (3.238 metri) uno storico cliente, un avvocato americano residente a Berna.

A raccontare cosa è accaduto all'Eco di Bergamo è stato proprio lo storico cliente, nonché ormai amico: "L’ho visto cadere accanto a me e istintivamente ho cercato di afferrarlo: l’ho preso, ma in un attimo è scivolato". Poi il compagno di scalata ha aggiunto: "Ha cercato di salvarsi con la piccozza, che ha puntato nella neve ghiacciata, ma è stato inutile. Mi ha guardato un’ultima volta e poi è caduto giù nel canalone".

L'incidente sulle montagne svizzere

Dalla ricostruzione dell'accaduto, la guida alpina ha per sbaglio messo un piede nel vuoto oppure è stata vittima di un leggero malore. Ha perso l'equilibrio e prima di cadere per cento metri ha provato ad aggrapparsi all'amico prime e di infilzare la sua piccozza nel ghiaccio. La presa però non era abbastanza solida: l'uomo purtroppo è precipitato per cento metri nel vuoto. L'amico ha subito lanciato i soccorsi, ma purtroppo nulla è servito per salvargli la vita: l'alpinista è morto sul colpo. L'amico invece è stato raggiunto e trasportato in elisoccorso in ospedale per tutti gli accertamenti del caso, da dove è stato dimesso poco dopo. Sull'incidente le autorità svizzere hanno aperto un inchiesta.

Chi era Mauro Soregaroli

Ora, come riporta L'Eco di Bergamo, amici e parenti ricordano la sua passione per la montagna. Negli anni Ottanta aveva iniziato il percorso per diventare una guida alpina esperta: tante persone richiedavano la sua professionalità per scalare sia montagne italiane che estere. Una passione che aveva trasmesso anche al figlio Jacopo. Lascia ora anche la moglie Miriam, le sorella Annarosa e Marilisa, il fratello Giuseppe. Ora si attende il rientro della salma a Bergamo. Solo allora verrano disposti i funerali.

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