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Greenpeace conferma che l’acqua della Lombardia è inquinata: “Pfas destinati al consumo umano”

Continua il braccio di ferro tra Greenpeace Italia e Regione Lombardia sull’inquinamento da scarti industriali delle acque lombarde. Dopo la replica dei gestori, che avevano parlato di “falso allarme”, torna infatti alla carica l’associazione ambientalista: “Alcuni campioni analizzati erano destinati al consumo umano”, dichiara a Fanpage.it.
A cura di Francesca Del Boca
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Prima era stata la denuncia-scandalo di Greenpeace Italia: "L'acqua degli acquedotti lombardi è inquinata da sostanze chimiche", i cosiddetti Pfas prodotti dalle attività industriali della zona. Poi la pronta replica dei gestori e di Regione Lombardia, che evidenziava come le analisi fossero state condotte su acqua di falda pre-trattata. Adesso si aggiunge un'altra tappa a quella che è diventata una delle questioni ambientali più urgenti del Nord Italia: nelle scorse ore l’associazione ambientalista ha presentato infatti al Responsabile per la prevenzione e la trasparenza della Regione Lombardia un'istanza di riesame in merito alla richiesta di accesso agli atti.

La replica di Greenpeace: "Le acque sono inquinate"

Ma non solo. "Abbiamo fatto un'ulteriore verifica, e abbiamo selezionato i dati degli enti in base ad alcune etichette come "acqua destinata al consumo umano: potabile”, “acqua pozzo post trattamento” “acqua trattata”, “uscita filtro”, "uscita impianti" e così via", riporta a Fanpage.it il responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace Italia Giuseppe Ungherese. "Da questa analisi emerge che almeno 262 campioni, ovvero il 6,5 per cento del totale di circa 4mila dati complessivi, possono essere considerati con ragionevole certezza assimilabili alle acque di rubinetto, e quindi destinate al consumo umano".

"Regione Lombardia faccia come il Veneto"

"E attenzione, si tratta di un conto al ribasso: tanti campioni non sono etichettati, e sono stati così esclusi dal conteggio", prosegue il responsabile. "Attenendosi a questi dati, almeno 262 campioni rispetto al totale dei dati ci indicano la presenza di queste sostanze inquinanti nelle acque. Che finiscono nelle case dei lombardi".

Per poi puntare il dito contro Regione Lombardia. "Se per la Regione è tutto sotto controllo, perché non fa un’operazione di trasparenza, così come da anni avviene in Veneto con un portale appositamente dedicato, per garantire a tutta la cittadinanza l’accesso alle informazioni?".

E, davanti alle accuse dei gestori delle acque: "In ogni caso, filtrare l'acqua inquinata dovrebbe essere una misura emergenziale, non può essere l'unica soluzione. Bisogna agire direttamente sulle fonti, applicando alla lettera i piani di sicurezza sulle acque. Le industrie non devono sversare sostanze inquinanti".

La denuncia scandalo di Greenpeace Italia: "Le acque in Lombardia sono inquinate"

Ma in cosa consiste lo studio che ha scosso i cittadini lombardi, e fatto tremare i piani alti della politica regionale? Il lavoro, pubblicato lo scorso maggio ad opera di Greenpeace Italia, mostrava la mappa delle aree più inquinate da scarti industriali in Lombardia: maglia nera, le province di Lodi, Como e Bergamo; tra i comuni, invece, quelli di Crema, Crespiatica (Lodi) e Pontirolo Nuovo (Bergamo). "Sarebbero migliaia i cittadini lombardi che dal 2018 hanno inconsapevolmente bevuto acqua contenente Pfas, utilizzandola per cucinare o per irrigare campi e giardini", recitava l'inchiesta shock. "In diversi casi le autorità erano al corrente da anni di questa contaminazione, eppure non risultano campagne informative rivolte alla popolazione, che non è stata quindi avvertita dei rischi a cui è esposta".

La replica: "È solo allarmismo"

"Queste informazioni stanno creando solo il panico tra i consumatori. L’acqua che esce dai rubinetti della nostra regione non presenta alcun rischio per la salute. Affermare il contrario significa procurare un allarme assolutamente ingiustificato", era stata la replica immediata delle rete dei gestori del Servizio Idrico Integrato Water Alliance – Acque di Lombardia a Fanpage.it.

E ancora. "Si tratta di fake news a tutti gli effetti. I dati sono quelli riferiti all'acqua grezza di falda, ed è normalissimo che possano presentare degli agenti inquinanti: è proprio compito dei gestori del servizio idrico depurarle e trattarle per renderle potabili, prima che arrivino al rubinetto". Per concludere: "I cittadini lombardi possono dormire sonni tranquilli".

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