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Gottolengo, Nicole era morta di otite a quattro anni: indagata per omicidio colposo la pediatra

A due anni e mezzo dalla morte di Nicole Zocca, la bimba di quattro anni di Gottolengo (Brescia) deceduta a causa di una otite non curata, la Procura di Brescia ha chiuso le indagini. L’unica indagata risulta essere la pediatra di famiglia che dovrà rispondere ora di omicidio colposo. È accusata di aver ritardato le cure della piccola.
A cura di Filippo M. Capra
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A due anni e mezzo di distanza dalla tragica e inaspettata morte di Nicole Zacco, la bambina di quattro anni di Gottolengo (Brescia) deceduta a causa delle complicazioni di una semplice otite non curata in tempo, la Procura di Brescia ha chiuso le indagini. L'unica indagata come responsabile di quanto avvenuto è la pediatra della piccola che è accusata di omicidio colposo. Gli sviluppi giudiziari stabiliranno se la professionista ha responsabilità in merito alla morte della piccola Nicole.

Indagata la pediatra di Nicole: Sproporzionato ritardo diagnostico e terapeutico

La piccola, affetta da una semplice otite, aveva ricevute cure non tempestive che le avevano provocato un ascesso cerebrale. Operata d'urgenza, l'intervento chirurgico non era purtroppo servito per salvarle la vita. Subito dopo il decesso erano state avviate le indagini sulla sua morte. Inizialmente, risultavano indagati ben 15 tra medici e operatori sanitari, ovvero tutti coloro i quali avevano avuto a che fare con Nicole e il suo quadro clinico tra ambulatori e ospedali. Poi l'attenzione della Procura si è fissata su una sola persona, la pediatra della piccola, che dopo la relazione presentata dai consulenti della Procura era finita sotto accusa in quanto "a fronte della persistente sintomatologia algica, per 10 giorni, la dottoressa avrebbe dovuto impostare una antibioticoterapia e richiedere una visita otorinolaringoiatrica". I medici nella perizia spiegano che "l'eventuale somministrazione per via orale di un comune antibatterico avrebbe implicato un repentino abbattimento della carica batterica e una ripresa clinica. La sua condotta (della pediatra, ndr) ha determinato uno sproporzionato ritardo diagnostico e terapeutico, il quale ha abbattuto pesantemente le probabilità di sopravvivenza della bambina".

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