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Gori critico sul Dpcm: “Non dice a chi competerebbe la chiusura alle 21 di strade e piazze”

Anche il sindaco di Bergamo Giorgio Gori è critico verso la norma inserita nell’ultimo Dpcm che prevede la possibile chiusura a partire dalle 21 di piazze e strade delle città dove si verifichino situazioni di assembramento. Ieri sera il presidente del Consiglio Giuseppe Conte aveva detto che le chiusure sarebbero spettate ai sindaci, ma dopo le proteste dei primi cittadini dal testo ufficiale del Dpcm è scomparso il riferimento ai sindaci: “Non si dice però a chi competerebbero quelle misure – sottolinea Gori – né con quali mezzi si possano attuare”.
A cura di Francesco Loiacono
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La chiusura alle 21 di piazze e strade dei centri urbani dove si possano creare situazioni di assembramento, prevista dall'ultimo Dpcm firmato ieri, 18 ottobre, dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, è al centro dello scontro tra governo e sindaci. Nella conferenza stampa di ieri Conte aveva spiegato che sarebbe spettato ai sindaci disporre, eventualmente, la chiusura delle strade o delle piazze più affollate delle loro città alle 21. Una sorta di mini zone rosse, extrema ratio per bloccare la movida in alcuni luoghi più suscettibili di assembramenti. Fin da subito però la decisione di Conte ha fatto balzare sulle sedie i primi cittadini, che per voce del loro rappresentante presso l'Anci, Antonio Decaro, ha definito la decisione uno "scaricabarile" e, questa mattina, una "grande scorrettezza istituzionale": "Il governo ha commesso una grande scorrettezza istituzionale, inserendo nel testo del Dpcm di cui è stata data notizia ieri sera dal presidente del Consiglio che saranno i sindaci a disporre l'eventuale coprifuoco", ha detto il sindaco di Bari a Radio Capital – È un modo per scaricare la responsabilità del coprifuoco. Per fortuna, alla fine, il Dpcm non è uscito come era stato annunciato".

La norma è stata modificata nel testo definitivo del Dpcm: aumenta l'incertezza

In effetti, dopo la protesta dei sindaci, dalla versione definitiva del Dpcm pubblicata sul sito del governo è sparita la parola "sindaci". Ma questo crea ancora più incertezza: "Nel testo definitivo del Decreto – dopo le nostre proteste – la norma è rimasta ma è stato tolto il riferimento esplicito ai Sindaci che c’era nella bozza, citato da Conte in conferenza stampa – ha scritto il sindaco di Bergamo Giorgio Gori su Facebook -. Non si dice però a chi competerebbero quelle misure: se ai Sindaci, ai Prefetti, ai Presidenti di Regione. Né con quali mezzi si possano attuare". Gori era stato tra i primi a criticare la norma, parlando di "una previsione non concordata con i rappresentanti dei sindaci, mai discussa negli incontri che si sono tenuti con il Governo fino a stamattina, e che i sindaci giudicano non realizzabile con le sole forze di polizia locale a loro disposizione". Nello specifico, la norma inserita nel Dpcm recita: "Delle strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, può essere disposta la chiusura al pubblico, dopo le ore 21,00, fatta salva la possibilità di accesso, e deflusso, agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private". A chi spetteranno queste chiusure?

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