Gli errori di Giacomo Bozzoli: gli investigatori lo hanno trovato grazie all’aria condizionata
Sembrava una fuga perfetta quella di Giacomo Bozzoli, in realtà ha fatto degli errori durante la sua latitanza, che hanno condotto gli investigatori al suo nascondiglio. Primo tra tutti sarebbe stato il rumore dell'aria condizionata della sua villa a Soiano, in cui viveva con la compagna Antonella Colossi e suo figlio di nove anni. Gli investigatori si sono insospettiti per il fatto che il motore dell'aria condizionata fosse acceso, mentre avevano la certezza che la moglie e il figlio non erano in casa.
Così la latitanza di Bozzoli durata undici giorni è finita a causa del caldo intenso, che lo ha portato ad accendere il condizionatore, senza considerare il fatto che ciò avrebbe destato sospetti. La sua auto era stata immortalata dalle telecamere nel Bresciano, chi indagava lo pensava già fuori dall'Italia, in Marocco o in Spagna. Invece era a casa sua. Giacomo Bozzoli è stato condannato all'ergastolo in via definitiva per l'omicidio di suo zio Mario avvenuto nell'ottobre del 2015 ed è stato catturato nel pomeriggio dello scorso giovedì 11 luglio. Per i giudici della Cassazione è colpevole di aver ucciso suo zio, gettandolo nel forno della fonderia di famiglia a Marcheno.
A farlo tornare il desiderio di rivedere suo figlio
Il motivo che ha spinto Bozzoli a tornare in Italia sarebbe stato suo figlio, voleva rivederlo. Prima della sentenza definitiva di condanna in Cassazione del 1 luglio era in vacanza con la famiglia all'Hard Rock Hotel di Marbella, poi la compagna Antonella Colossi e il bambino sono tornati in Italia il 5 luglio, mentre Bozzoli è scappato.
Giacomo Bozzoli trovato in mutande nel cassettone del letto
Quando i carabinieri hanno fatto irruzione nella villa hanno trovato Bozzoli nascosto nel cassettone del letto della camera degli ospiti: era in mutande, raggomitolato, e stringeva tra le mani un borsello, con dentro 50mila euro in contanti. Ha detto: "Fatemi vedere mio figlio" e si è dichiarato innocente. Al procuratore Francesco Prete ha detto che esiste un testione austriaco in grado di scagionarlo.