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Gli avvocati di Sandra Fratus, che ha ucciso il compagno: “La condanna non considera la legittima difesa”

“Siamo parecchi delusi dalla sentenza”: a dirlo è l’avvocata di Sandra Fratus che è stata condannata a 21 anni di carcere per l’omicidio del compagno 30enne a Morengo (Bergamo).
A cura di Ilaria Quattrone
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"Siamo parecchi delusi dalla sentenza. Se in un caso come questo non si ravvisa la legittima difesa, non so proprio quando è possibile ravvisarla": a dirlo al giornale locale BergamoNews è l'avvocata Vanessa Bonaiti che difende Sandra Fratus, la donna di 51 anni che è stata condannata a 21 anni di carcere per aver ucciso il compagno 31enne Ernest Emperor Mohamed nella loro casa a Morengo (Bergamo).

Sandra Fratus sarebbe esplosa in un pianto al momento della sentenza

Quando è stato letto il dispositivo, l'imputata sarebbe esplosa in un pianto: "Faticava a respirare così gli agenti della polizia penitenziaria, l'hanno portato via. Non sono riuscita a parlarle. Lo farò nei prossimi giorni in carcere". La difesa ha specificato che sarà presto presentato ricorso.

Nonostante la requisitoria del pubblico ministero, Fratus non aveva perso la speranza di una pena più leggera: "Quando il giudice si è pronunciato è rimasta male". La legale che, non appena sarà possibile, sarà richiesta una misura meno afflittiva del carcere. C'è la possibilità che venga domandato l'inserimento in una comunità dove "potrà seguire un percorso per far fronte al problema legato all’assunzione di sostanze stupefacenti".

Anche la Procura aveva riconosciuto che la donna viveva in un contesto violento

La ricostruzione dei fatti della Procura, secondo l'avvocata, era molto vicina a quella della difesa: "Il pm ha messo in risalto alcuni punti sui quali anche noi abbiamo fatto leva. Sandra Fratus viveva in un contesto violento". La legale specifica inoltre che "l'aggressione lei quella sera l’ha effettivamente subita ed ha dichiarato più volte che temeva per la sua stessa vita".

Non ci sarebbe infatti premeditazione, l'uomo sarebbe stato colpito solo una volta e avrebbe chiamato sia il figlio che i soccorsi tentando di tamponare la ferita: "Ha confessato, collaborato, all’interno della casa circondariale si comporta bene, partecipa alle attività ed ha iniziato a lavorare. Ora attenderemo le motivazioni della sentenza e poi ci muoveremo".

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