Gli affitti folli dei negozi a Milano: dai 600mila euro in Montenapoleone ai 5 milioni in Galleria
Affitti alle stelle a Milano? Non solo case. Anche i negozi, nella città più cara d'Italia, ormai valgono oro. I record, ovviamente, si concentrano tutti nelle strade dello shopping internazionale. Dai 14mila euro al metro quadro per le boutique del Quadrilatero della moda ai milioni di euro (fino a 5) che si possono spendere in Galleria Vittorio Emanuele (dove a incassare, però, è il Comune di Milano).
Via Montenapoleone al terzo posto nella classifica mondiale degli affitti commerciali
In cima alla classifica annuale dei consulenti immobiliari Cushman & Wakefield, riportata da Corriere della Sera, c'è la celeberrima via Montenapoleone, che scala le posizioni e si posiziona al terzo posto nella classifica mondiale degli affitti commerciali (nel 2020 era al quinto): secondo questo elenco il costo per un negozio in questa zona, comprendendo buonuscita e spese di gestione, arriva a superare i 14mila euro al metro quadro per anno – ovvero più di 50mila euro al mese per 50 metri, e quindi circa 600mila euro all'anno.
Ma si trova comunque in buona compagnia: affittare una boutique in via della Spiga o limitrofi si aggira intorno ai 10mila euro al metro quadro. Non è da meno, del resto, anche un'altra grande arteria commerciale cittadina, fatta di catene d'abbigliamento e grandi negozi: in corso Buenos Aires (ma anche in corso Vercelli, via Belfiore o via Marghera) uno spazio può costare infatti al gestore intorno ai 3mila euro al metro quadro.
Gli affitti in Galleria a Milano: fino a 5 milioni per una vetrina
Il vero record milanese, però, lo segna senza alcun dubbio la Galleria Vittorio Emanuele (dove, appunto, il proprietario è unico e gli spazi vengono assegnati attraverso una gara pubblica). In cima alla lista c'è Dior, che si è aggiudicato il negozio di Versace a febbraio 2020 per 5 milioni di euro annui. Mentre Gucci, che ha vinto il bando a settembre 2021, è subentrato invece all'ex Massimo Dutti per 4,5 milioni di euro. Più "conveniente" il canone sborsato da Chanel, che ha ottenuto la propria vetrina in Galleria a "soli" 2,5 milioni di euro (quadriplicando però la base d'asta, che partiva da circa 500mila euro) all'anno.