video suggerito
video suggerito
Omicidio di Giulia Tramontano

Giulia Tramontano avvelenata dal compagno, lui si difende: “Il veleno mi serviva per cacciare i topi dal bar”

Alessandro Impagnatiello, in carcere con l’accusa di aver ucciso a coltellate la compagna Giulia Tramontano, aveva provato a spiegare la presenza di veleno nel suo zaino dicendo che gli serviva per debellare i topi nel lussuoso bar dell’Armani Hotel in cui lavorava.
A cura di Giorgia Venturini
273 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Aveva provato a giustificare Alessandro Impagnatiello quando gli inquirenti avevano trovato una boccetta di veleno per topi a base di bromadiolone nel suo zainetto. Aveva spiegato loro che gli serviva per debellare i topi nel lussuoso bar dell'Armani Hotel in cui lavorava, come riporta la trasmissione tv Quarto Grado. Ma le successive indagini e tutti gli accertamenti hanno fatto emergere la verità: Impagnatiello, in carcere con l'accusa di aver ucciso con 37 coltellate la compagna incinta al settimo mese Giulia Tramontano, per mesi aveva cercato di avvelenare la compagna e il feto somministrano alla ragazza il veleno. Questo è quello che hanno scoperto i medici legali una volta ottenuti gli esami tossicologici eseguiti sul corpo di Giulia.

I risultati dagli esami sarebbero stati confermati anche da alcuni messaggi che negli ultimi mesi Giulia inviava alle amiche e ai familiari. Scriveva di sentirsi stava "come drogata". Alla madre una volta ha spiegato di l'acqua che beveva sembrava sapesse di ammoniaca, la madre così le ha subito suggerito di buttarla.

I colleghi di Impagnatiello lo smentiscono

Secondo quanto emerso dagli esami dei medici legali non è però chiaro quanta sia stata la dose di veleno – che Impagnatiello comprava online sotto falso nome – somministrata a Giulia: secondo i medici il veleno sarebbe stato somministrato o in poche dosi con però quantità di veleno non ridotte, o più dosi in più piccole quantità. Certo è che le tracce di veleno erano presenti sia nel corpo della donna che nel feto. Eppure l'indagato aveva cercato di giustificarsi dicendo che il veleno nel suo zaino serviva solo a cacciare i topi dal locale di lusso in cui viveva. Ma anche i suoi colleghi hanno fin da subito precisato che i topi al bar non ci sono mai stati.

Il piano premeditato da Impagnatiello

Secondo gli inquirenti, Impagnatiello progettava il delitto da mesi dunque perché "stressato dalla situazione che stava vivendo": da tempo infatti intratteneva due relazioni sentimentali, riempiendo di bugie entrambe le donne. Alla fine non è stato il veleno somministrato dal compagno a uccidere Giulia. L'uomo le ha inferto 37 coltellate, la prima alla gola, la sera del 27 maggio nel loro appartamento di Senago: poche ore prima Giulia aveva incontrato "l'altra donna" del compagno.

273 CONDIVISIONI
274 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views