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Giro di favori e corruzione in carcere a Busto Arsizio: sette arresti tra cui un dipendente

La guardia di finanza di Varese ha scoperto un sistema corruttivo all’interno del carcere di Busto Arsizio. Detenuti ottenevano relazioni favorevoli per l’assegnazione di lavori o permessi premio in cambio di denaro, favori o altre utilità. Indagati un ex agente della polizia penitenziaria e i responsabili di una cooperativa sociale.
A cura di Simone Gorla
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Favori, permessi premio e lavori all'esterno del carcere ottenuti in cambio di denaro o altri beni. La guardia di finanza di Varese ha scoperto un giro di mazzette all'interno del carcere di Busto Arsizio. Sette persone sono state arrestate con accuse a vario titolo per corruzione, rivelazione di segreto d'ufficio, abuso d'ufficio, detenzione di armi da guerra, furti e ricettazione. Tra loro anche detenuti e un dipendente della casa circondariale, accusati di corruzione in concorso. Cinque arrestati sono in carcere, gli altri ai domiciliari.

Corruzione in carcere: sette persone arrestate

L'operazione è stata condotta dal nucleo di polizia economico-finanziaria di Varese in collaborazione con la polizia penitenziaria. Le indagini erano partite da una segnalazione degli agenti in servizio presso la Casa Circondariale di Busto Arsizio su una possibile esistenza di trattamenti di favore assicurati ad alcuni detenuti.

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Un ex agente al centro del sistema di favori e scambi

Le successive verifiche svolte dai militari, sotto la direzione della Procura di Busto Arsizio, hanno consentito di individuare il sistema di corruzione messo in piedi dell’allora responsabile dell’Area Trattamentale del carcere. È emerso così che i detenuti si rivolgevano a un ex agente della penitenziaria per poter ottenere benefici come l'assegnazione di lavori all’interno ed all’esterno dell’istituto penitenziario o permessi premio da trascorrere in famiglia. L'ex poliziotto in cambio di denaro o favori faceva ottenere relazioni nelle quali venivano omesse le informazioni che avrebbe precluso l’ottenimento dei benefici richiesti.

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Indagati anche i responsabili di una cooperativa

Tra i destinatari della misura cautelare risultano anche i responsabili di una cooperativa sociale di Busto Arsizio che, sempre a fronte della promessa di denaro rivolta al principale
indagato, ottenevano l’invio al lavoro di detenuti. Nel corso delle attività sono emersi i contatti dell’ex poliziotto penitenziario con soggetti pregiudicati dediti alla commissione di furti. Il sodalizio criminale, oltre a ricettare la merce di provenienza furtiva, ha cercato di reperire componenti di una potente arma da guerra (mitraglietta “uzi”) tramite lo stesso ex agente.

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