Giovanni Sala morto davanti alla sede Sky, i vigilantes: “Lo tenevamo con il ginocchio per farlo riposare”
"L'abbiamo tenuto giù per farlo riposare. Poi dopo, a un certo punto, è collassato". Sono le parole dei due vigilantes che, nella notte tra il 19 e il 20 agosto 2023, sono intervenuti per placcare Giovanni "Gianni" Sala davanti alla sede Sky di Rogoredo (Milano): il 34enne palermitano, "in evidente stato di alterazione", è morto per arresto cardiaco dopo che una delle due guardie giurate lo aveva tenuto fermo a terra con un ginocchio premuto sulla schiena.
Due passanti assistono alla scena. Entrambi vedono due uomini che trattengono a terra una persona e uno conferma: "Ho sentito che gridava aiuto". "Era in crisi di respirazione… ma è un drogato", dicono ai sanitari del 118 le guardie giurate che quella notte sono in servizio a Rogoredo, come riporta La Repubblica. "Continuava a correre come un matto, ha tentato di entrare tantissime volte. Era diventato incontrollabile".
I due vigilantes, adesso, sono indagati con l'accusa di omicidio preterintenzionale. Secondo la Procura i due, nel bloccare Sala mentre era sotto effetto di alcol e droghe, avrebbero infatti "dato sfogo a istinti violenti e inutilmente prevaricatori". Le guardie insomma lo avrebbero immobilizzato con forza anche se in realtà non c'era "alcuna necessità di tutelare persone o cose da pericolo concreti". Secondo i risultati dell’autopsia eseguita il 25 agosto scorso la morte sarebbe avvenuta per arresto cardiocircolatorio: non sono state riscontrate lesioni da schiacciamento nella zona del torace o fratture.
"Gianni non costituiva assolutamente una minaccia o un imminente pericolo. Come immortalato dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza, non aveva intenzione di entrare o di fare del male", aveva dichiarato il legale della famiglia Sala, Giuseppe Geraci. "Aveva problemi di tossicodipendenza, sì, ma in fondo era una persona buona".