Giovanna Chinnici uccisa per un parcheggio, il cognato ritenuto incapace di intendere: potrebbe essere assolto

Giuseppe Caputo, l'uomo di 62 anni che lo scorso ottobre uccise a Nova Milanese (Monza e Brianza) la cognata Giovanna Chinnici, potrebbe essere assolto per infermità totale di mente. Il 62enne è imputato nel processo che si sta svolgendo in Corte di Assise a Monza. Il 62enne avrebbe prima aggredito la nipote, che aveva parcheggiato l'automobile sotto casa, con un coltello a serramanico e poi avrebbe colpito la cognata, uccidendola, che era intervenuta per difendere la figlia.
L'imputato, nel corso del processo, è stato sottoposto a una perizia psichiatrica. L'esame ha decretato la totale incapacità di intendere e di volere al momento dei fatti: l'uomo soffrirebbe di paranoia selettiva. Per i periti, Caputo sarebbe un uomo lucido ma ingigantirebbe i racconti appena il discorso cade sui rapporti con i parenti che vivono nel suo stesso palazzo in via Magellano. Rapporti complessi che avevano portato a diversi processi davanti al giudice di pace. Durante l'interrogatorio per la convalida dell'arresto – quindi dopo l'omicidio – Caputo aveva parlato di come sua moglie si fosse ammalata "a causa dell’aria fredda che gelava il nostro appartamento per l’impianto di condizionamento installato dagli altri, ora è in pericolo".
La stessa moglie ha ricevuto il divieto di dimora nel comune di Nova e di avvicinamento ai parenti. La Procura ha infatti raccolto diversi indizi di colpevolezza relativamente ad alcuni atti persecutori che la 59enne avrebbe avuto nei confronti della sorella Giovanna Chinnici e della sua famiglia. Per gli inquirenti, infatti, li avrebbe molestati e minacciati più volte a partire dal 2023.
Caputo è considerato socialmente pericoloso. Per questo motivo, il Tribunale ha disposto che gli venga trovato un posto in una Rems.