Giornata della memoria: la storia di Yehudith Kleinman, la bambina salvata dai vicini di casa eroi
C'è un filo conduttore che lega Desio, piccolo paese in provincia di Monza, a Gerusalemme. Entrambi i luoghi fanno da cornice a una storia di deportazione e salvezza ricostruita quasi per caso due anni fa. I protagonisti sono una bambina di cinque anni di nome Yehudith Kleinman, la sua famiglia, i suoi vicini di casa, ovvero la famiglia Cattaneo, e suor Teresa. Gli anni sono quelli delle persecuzioni fasciste e naziste in Italia, pochi giorni dopo la firma dell'armistizio dell'8 settembre del 1943. È tempo di riavvolgere il nastro e tornare con la mente indietro negli anni: è il gennaio 1944, il Nord Italia è ancora in mano ai fascisti e ai nazisti. Yehudith vive con la madre Anna Haselnuss e la nonna Leah Elertt Haselnuss a Desio, città che non hanno scelto loro: la famiglia infatti era stata costretta ad abbandonare Milano e a sottoporsi al provvedimento di internamento nel piccolo paese della Brianza.
Yehudith salvata dalla vicina di casa
Sono gli anni dell'incubo della Seconda guerra mondiale in Italia. Le leggi razziali del 1938 erano state applicate già fin da subito: gli ebrei non potevano frequentare la scuola, non potevano più andare dal medico e non potevano più avere soldi. In questo clima viveva anche la famiglia di Yehudith. È una mattina d'inverno quando i militari italiani del distaccamento locale dei carabinieri si presentano in paese per arrestare prima e deportare poi tutti gli ebrei di Desio: durante l'arresto escono in strada anche i coniugi Cattaneo, i vicini di casa di Yehudith, insieme alle loro due figlie tra cui la minore Fiammetta. Ed è proprio in questo momento che un militare "confuso" si rivolge alla piccola di cinque anni chiedendole di quale famiglia facesse parte. La madre con gli occhi le supplica di rispondere di appartenere ai Cattaneo e così Yehudith obbedisce: la bambina ritorna in casa mentre mamma e nonna vengono portate con forza al carcere di San Vittore e qualche giorno dopo, il 30 gennaio del 1944, al binario 21 della stazione Centrale con destinazione Auschwitz. Vengono uccise il giorno stesso in cui arrivano al campo di concentramento.
Oggi Yehudith vive a Gerusalemme
La piccola Yehudith viene nascosta per il resto della guerra dai vicini di casa, passa le giornate a giocare con la figlia Fiammetta. Fino a quando non viene accolta dalle suore del convento. Qui c'è suor Teresa, a Desio la ricordano tutti perché è stata una delle persone ad aver ospitato e salvato i bambini ebrei della zona rimasti orfani, negando sempre ai soldati di Hitler e Mussolini le loro origini. Dopo la guerra Yehudith lascia il convento, viene portata nella ex-colonia Sciesopoli a Selvino che dal 1945 al 1948 diventa struttura di accoglienza per circa 800 bambini ebrei rimasti orfani dopo la Shoah. Da lì si imbarca su una delle navi della speranza, verso la Palestina sotto mandato britannico, nonché futuro Stato di Israele. È cresciuta, si è sposata ed è diventata mamma di due bambini. Oggi è una nonna di oltre 80 anni.
Due pietre d'inciampo per la mamma e la nonna di Yehudith
La storia di Yehudith è l'ultima raccontata in Brianza. Desio ne viene a conoscenza solo nel 2019 quando una professoressa del paese, in visita a Gerusalemme, ascolta la storia di una signora che è riuscita a scappare dalla deportazione. Si incontrano così per caso in una sala convegni in Israele. Una coincidenza che poco tempo dopo ha permesso ai brianzoli di avere due nuove Pietre d'Inciampo, depositate nel gennaio del 2020 pochi giorni prima che scoppiasse la pandemia: una dedicata alla mamma e una alla nonna dell'allora bambina di 5 anni. L'emergenza sanitaria ha poi frenato il processo per il riconoscimento dei due giusti della storia di Yehudith: suor Teresa e Fiammetta Cattaneo, in rappresentanza di tutta la famiglia. "Riprenderà appena possibile", spiega a Fanpage.it Roberta Miotto, una dei fondatori del Comitato Pietre d'Inciampo in Brianza. E poi aggiunge: "La deportazione qui non ha numeri altissimi: gli ebrei deportati sono circa 40, gli internati politici (storie e ricostruzione dei fatti più importanti in Brianza sono riportati nel libro "Dalla Brianza ai lager del Terzo Reich" dello storico Pietro Arienti) sono molti di più. Molti ebrei per fortuna sono riusciti a scappare e a nascondersi. Tanti altri sono stati salvati. Non è sempre facile ricostruire le loro storie: non si trovano più i membri delle famiglie. Raccontare queste storie, però, vuol dire anche raccontare di tanti ‘giusti', di persone che già allora scelsero di non girare la faccia dall'altra parte". Sempre a Desio, la famiglia di Agostina Tagliabue aveva nascosto in casa due donne ebree. Di recente sia ad Agostina che a Fiammetta, tutte e due poi diventate insegnanti a Desio, i ragazzi delle scuole hanno dedicato un albero dei giusti.