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Ginnastica ritmica e violenze psicologiche, commissariata l’accademia di Desio

Nel frattempo, sempre in Lombardia, la Procura di Brescia indaga sul caso di due giovanissime ginnaste (13 e 15 anni) che hanno denunciato le insegnanti per maltrattamenti.
A cura di Francesca Del Boca
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Una delibera d'urgenza per commissariare l'accademia di ginnastica ritmica di Desio (Monza e Brianza), dopo le denunce delle ex atlete azzurre. Violenze psicologiche, umiliazioni, vessazioni e controllo ossessivo del peso, con tanto di privazioni, insulti e punizioni: la Federginnastica ora prende posizione.

"Se qualcuno ha sbagliato, è giusto che paghi", hanno commentato il sindaco di Desio Simone Gargiulo e l'assessore allo Sport Luca Ghezzi. "Attendiamo sviluppi da parte delle autorità sportive e giuridiche competenti, consapevoli del fatto che questo sport e le atlete che lo praticano rappresentano un grandissimo valore per la città di Desio e per tutta l'Italia sportiva".

L'intervento della Federginnastica a Desio dopo le denunce delle ex ginnaste

Intanto salta la testa di Emanuela Maccarani, la direttrice che ha portato alla ritmica centinaia di medaglie ed è rappresentante della categoria dei tecnici nel Consiglio del Coni. Al suo posto arriva Valter Peroni, vicepresidente vicario della Federginnastica, affiancato da un ufficiale di servizio che verificherà regolarmente la situazione. La Fgi, inoltre, ha stanziato 120 mila euro per il progetto di salvaguardia. 

Le denunce di Nina Corradini e Anna Basta

Le denunce che hanno fatto più scalpore sono state quelle delle campionesse Nina Corradini e Anna Basta, che a La Repubblica hanno dato sfogo ad anni e anni di abusi dentro le mura della palestra di ginnastica. "Volevo fare ginnastica, non volevo soffrire e basta. Ho pensato al suicidio". "Mangiavo anche sempre meno, ma ogni mattina salivo sulla bilancia e non andavo bene: per due anni ho continuato a subire offese quotidiane. Per le allenatrici ero solo una pedina, non c'era rapporto umano".

Ma non solo nomi celebri: sono state tante le testimonianze arrivate a ruota dopo quelle delle atlete azzurre. Facendo venire allo scoperto un mondo sommerso di denunce, esposti, lamentele fino a questo momento insabbiati.

"La mia insegnante non mi faceva mangiare e non mi faceva vedere mamma e papà"

"Avevo paura della mia insegnante, il cibo che mangiavo lo razionava lei. Ovviamente io mangiavo di nascosto, altrimenti non avrei mai potuto sostenere 10 ore di allenamento quotidiane. Venivo pesata tre volte al giorno, ma prima andavo in bagno a vomitare. Una volta ho messo i piedi fuori dalla bilancia per pesare meno, sono cascata e sono stata insultata", le parole dell'ex atleta Sara Branciamore, solo una delle tante. Ma non solo controllo del peso.

"Avevo paura che mi potesse mettere le mani addosso, voleva addirittura levare la tutela ai miei genitori. Per tutto il periodo del campionato di A non mi hanno fatto vedere mamma e papà, che tra l'altro si stavano separando. Sono alta 165 cm ed ero arrivata a pesare 36 chili: per un anno non ho avuto le mestruazioni e ancora oggi sono irregolari".

"Mi sono ammalata di anoressia nervosa, sono stata diverse volte ricoverata in ospedale". Lei, invece, è Victoria Polidori. "Già a 10 anni venivo pesata. Chi prendeva due o tre etti doveva correre intorno alla pedana con i pesi alle caviglie. Alcune frasi le ricordo bene: "Hai un sedere grande come un baule" o "quest'anno non gareggi se non dimagrisci". 

Sulle violenze psicologiche nella ginnastica ritmica indaga anche la Procura di Brescia

Sempre in Lombardia, indaga intanto anche la Procura di Brescia. Il caso, stavolta, riguarda due giovanissime atlete (13 e 15 anni) che qualche mese fa hanno abbandonato la disciplina. Il motivo? Presunte vessazioni psicologiche da parte delle insegnanti, e controllo ossessivo della forma fisica. E ancora umiliazioni, prevaricazioni, pressioni mentali.

"Umiliazioni e mortificazioni pubbliche, di fronte alle compagne, allo scopo di demolirne l’autostima, a tal punto da farla smettere", ha detto la mamma della ginnasta 13enne. Per concludere: "Lo sport dovrebbe formare il carattere, non distruggerlo".

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