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Stefano Ansaldi morto suicida a Milano

Ginecologo ucciso a Milano, forse la vittima conosceva i suoi assassini: lo sviluppo delle indagini

Non sarebbe stata una rapina finita male la causa dell’omicidio di Stefano Ansaldi, il ginecologo napoletano assassinato a Milano, in via Macchi, nella serata di ieri, sabato 19 dicembre. Secondo quanto trapelato, gli investigatori starebbero battendo una pista diversa che conduce alla conoscenza della vittima dei suoi carnefici. Anche perché tutti gli effetti personali dell’uomo sarebbero stati rinvenuti sul luogo del delitto.
A cura di Filippo M. Capra
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Procedono ininterrottamente le indagini dei carabinieri per ricostruire quanto avvenuto ieri sera, sabato 19 dicembre, a Milano dove un uomo di 65 anni, ginecologo napoletano stimato, Stefano Ansaldi, è stato ucciso con diverse coltellate in strada in via Macchi. Dopo aver momentaneamente accantonato l'ipotesi della rapina finita male, tale pista pare raffreddarsi man mano che il tempo passa.

L'omicidio al culmine di una lite con persone che conoscevano la vittima

Secondo quanto riferisce Milanotoday, infatti, gli investigatori si starebbero concentrando sulle motivazioni della presenza milanese del dottore che avrebbe raggiunto il capoluogo lombardo per un appuntamento preciso. Per questo si inizia a credere che l'omicidio sia arrivato al culmine di una discussione tra la vittima e i suoi carnefici, che conosceva o quantomeno collegate a qualche tipo di affare che l'uomo stava seguendo. Dunque, il delitto non sarebbe connesso alla microcriminalità come inizialmente creduto. I militari di via Moscova che indagano sull'accaduto starebbero poi dando meno credibilità alla venuta dell'uomo a Milano per i saluti pre natalizi, in quanto la sorella si sarebbe trasferita di qui a poco in Campania per festeggiare insieme alla famiglia, prima del divieto agli spostamenti imposto dal Governo.

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Rinvenuti tutti gli oggetti personali di Ansaldi, non era una rapina

Un altro dettaglio che ha indotto gli inquirenti a virare su nuove piste sarebbe il rinvenimento di una ventiquattr'ore, di un orologio e del portafoglio, tutti appartenenti a ad Ansaldi a cui non sarebbe stato rubato nulla. Che dire, poi, del comportamento tenuto dai presunti assassini? Questi, stando alle ricostruzioni, si sarebbero cambiati i vestiti per confondere le indagini prima di far perdere le proprie tracce. Per il momento i carabinieri mantengono il massimo riserbo per non compromettere il lavoro svolto sin qua, ma pare che abbiano imboccato una strada che potrebbe condurli alla soluzione del rebus.

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