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Stefano Ansaldi morto suicida a Milano

Ginecologo ucciso a Milano, disposta autopsia: “Omicidio troppo efferato per ipotizzare rapina”

“Un omicidio troppo efferato, con una coltellata a tagliare di netto la gola, per ipotizzare una rapina finita male”. A dirlo gli inquirenti che indagano sulla morte di Stefano Ansaldi, ginecologo campano ucciso a Milano sabato pomeriggio. L’ipotesi iniziale di una rapina finita male è ormai quasi completamente scartata: troppe le incongruenze e i misteri. Sul cadavere del medico 65enne è stata disposta l’autopsia.
A cura di Giorgia Venturini
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Stefano Ansaldi
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Gli inquirenti sono quasi sempre più convinti che Stefano Ansaldi non sia stato vittima di una rapina finita male. Nlle indagini si fa sempre più strada l'ipotesi che il ginecologo napoletano conoscesse gli uomini (o la persona) che sabato 19 dicembre lo hanno accoltellato alla gola in via Macchi, vicino alla stazione Centrale di Milano, uccidendolo. Per gli inquirenti si è trattato di "un omicidio troppo efferato, con una coltellata a tagliare di netto la gola, per ipotizzare una rapina finita male". A fare chiarezza potrà essere l'autopsia disposta dall'aggiunto Laura Pedio e dal pubblico ministero Adriano Scudieri.

Il Rolex del medico a terra di fianco al corpo

Tra gli investigatori si fa strada l'ipotesi che il ginecologo avrebbe raggiunto Milano per un appuntamento preciso. Per questo si inizia a credere che l'omicidio sia arrivato al culmine di una discussione tra la vittima e i suoi carnefici, che conosceva o quantomeno erano collegati a qualche tipo di affare che l'uomo stava seguendo. Certo è che a terra c'erano la sua valigetta e il suo Rolex, mentre il portafoglio e il cellulare gli erano stati portati via, forse per inscenare proprio una rapina. E qui il primo indizio: sembra strano che qualcuno disposto a uccidere uno sconosciuto in una rapina lasci sul posto il bottino più interessante. Quali messaggi e numeri di telefono invece conteneva il cellulare portato via? Forse quello dell'assassino? Sono ancora tanti e troppi i misteri che avvolgono quanto accaduto.

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Sempre più lontana la pista della rapina

Fino ad ora si sa solo che non era la prima volta che il medico napoletano raggiungeva il capoluogo lombardo. Qui abitava la sorella: forse l'intenzione di Ansaldi era quella di raggiungerla domenica per gli auguri natalizi. Ma non ha avuto il tempo: lungo la strada che separa la stazione alla casa della sorella si è consumata la tragedia. Per questo in un primo momento si è subito pensato che il ginecologo fosse stato ucciso da un passante sconosciuto. Una ricostruzione dei fatti che però dopo poche ore non aveva più convinto né inquirenti né investigatori: la sorella, infatti, era in procinto di andare a Napoli proprio per le feste, quindi non c’era alcuna fretta di percorrere mezza Italia in treno per un saluto fugace. Adesso dall'autopsia si cercherà di avere qualche elemento in più per risolvere un caso sempre più misterioso.

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