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“Qui giocava a piedi scalzi”: l’infanzia di Gigi Riva sul lago Maggiore, dove il Legnano lo scoprì

Gigi Riva, simbolo del Cagliari morto il 22 gennaio a 79 anni, ha trascorso l’infanzia giocando a pallone sulle rive del lago Maggiore. L’esordio calcistico nel Legnano, dove fu notato dai dirigenti della squadra rossoblu.
A cura di Francesca Del Boca
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Tutto ha avuto inizio lì. È a Legnano, dove milita nelle fila della squadra lombarda di serie C, che nei primi anni Sessanta Gigi Riva viene notato dal club calcistico che diventerà per sempre la sua casa: quel Cagliari di cui è diventato un'icona, giocando con la maglia rossoblu dal 1963 al 1977.

Perché il campione d'Italia e di Sardegna, morto ieri all'età di 79 anni, era nato proprio nel Varesotto, sulle rive del lago Maggiore a Leggiuno. E in suo ricordo il paese d'origine, a cui il bomber era sempre rimasto legato, ha proclamato il lutto cittadino per tutta la giornata di oggi.

"Mi raccontava che da piccolo giocava a piedi scalzi per non rovinare le scarpe. Alternava le partite di calcio con la pesca e le uscite in barca sul lago", le parole a VareseNoi della nipote Virginia, nata davanti al mare della Sardegna ma affezionata a quelle sponde lombarde che tanti anni prima avevano visto crescere il nonno.

"Venivamo spesso nella casa del nonno a Leggiuno con tutta la famiglia e i nipoti. Qui conservava un baule con tutti i ricordi calcistici e di infanzia", ha raccontato. "Che emozione quando lo ha aperto solo per me".

L'infanzia a Leggiuno sul lago Maggiore

È proprio nel Varesotto infatti che Gigi Riva nasce e cresce con la madre Edis, casalinga, e il padre Ugo, operaio, che muore in fabbrica quando il figlio è ancora molto piccolo.

Per sostenere la famiglia Gigi inizia così a lavorare fin da giovanissimo presso la Slimpa, azienda produttrice di ascensori, ma senza mai rinunciare alla sua passione per il pallone. Gioca nei prati di Leggiuno durante alcuni tornei giovanili, il fine settimana con gli amici, e poi passa al Laveno Mombello: qui segna ben 66 gol in due anni, e si guadagna da parte dei tifosi locali il soprannome di Furzelina ("Forchettina").

La casa di Gigi Riva a Leggiuno (Varese)
La casa di Gigi Riva a Leggiuno (Varese)

L'esordio calcistico di Gigi Riva

L'esordio calcistico di Riva avviene presto, con la maglia lilla del Legnano in serie C. È il 1962, e per ogni vittoria in campionato riceve in premio duemila lire. "Di quell’anno ricordo tutto, ogni partita, ogni momento, ogni particolare. L’emozione del mio esordio, il mio primo gol, tutto quanto. Magari di certe partite con la Nazionale ho dei ricordi sfuocati, ma di quel mio primo campionato con la maglia del Legnano non ho dimenticato nulla", raccontò lui stesso alla testata locale SportLegnano.

"In tanti anni passati nel mondo del calcio posso dire di non aver più ritrovato quell’atmosfera, quel modo genuino e spontaneo di vivere questo sport che c’era allora. Un calcio d’altri tempi, che oggi non esiste più. Era vissuto come un divertimento, una passione, non un business come oggi", le parole di Gigi Riva. "Io tra l'altro ero praticamente il cucciolo della squadra, ero magrissimo, mingherlino".

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Il passaggio al Cagliari e alla Nazionale

L'occasione del destino per Gigi Riva, che Gianni Brera soprannominò Rombo di Tuono. Legnano, infatti, è la base del Cagliari quando i sardi giocano in trasferta al Nord: è proprio durante uno di questi soggiorni che i dirigenti rossoblu notano le potenzialità del giocatore, mettendo le mani sul suo cartellino e trascinandolo per sempre oltre il mar Tirreno.

Il resto è storia. Gigi Riva diventa leggenda dei sardi, trascinando la squadra nell'olimpo della Serie A e facendole vincere lo scudetto nel 1970. Così come si guadagna il titolo di eroe della Nazionale italiana, di cui è ancora il miglior marcatore di sempre con ben 35 gol realizzati in 42 presenze: nessuno ha segnato di più di lui con la maglia azzurra. Più di quell'ex ragazzino di Leggiuno che girava sempre con il pallone sotto braccio.

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