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Gianetti Ruote: respinto il ricorso dei sindacati sui 152 lavoratori licenziati via mail

È stato respinto dal Tribunale di Monza il ricorso presentato dai sindacati dei metalmeccanici contro la procedura di licenziamento per la chiusura del sito brianzolo Gianetti Ruote. I 152 dipendenti erano stati avvisati del fine rapporto via e-mail. I sindacati avevano organizzato il 4 ottobre una manifestazione a sostegno proprio dei lavoratori della ditta.
A cura di Simona Buscaglia
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In foto alcuni lavoratori al presidio della Gianetti Ruote (Fonte foto: Facebook)
In foto alcuni lavoratori al presidio della Gianetti Ruote (Fonte foto: Facebook)

“Grande rammarico e amara sorpresa". Questo il commento di  Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto, e Vittorio Sarti, segreterio della Uilm di Milano, alla notizia che il tribunale di Monza ha respinto il ricorso dei sindacati contro la procedura di licenziamento per la chiusura del sito brianzolo Gianetti Ruote. Il motivo dei licenziamenti era stato precisato dall'azienda a luglio parlando di "crisi aggravata dalla pandemia". Ai 152 lavoratori la notizia era stata comunicata tramite e-mail ed era arrivata dopo lo sblocco dei licenziamenti, partito l'1 luglio. L'azienda, leader nella produzione di ruote in acciaio, ha deciso di mettere in ferie tutti gli operai per poi andare in permesso retribuito fino alla chiusura definitiva dello stabilimento

Sindacati: Ci riserviamo di impugnare la pronuncia giudiziaria

Non si arrendono però i sindacati: "La pronuncia giudiziaria – proseguono Ficco e Sarti – purtroppo colpisce centocinquanta lavoratori, precipitandoli nella disperazione e condannandoli a un licenziamento che noi continuiamo a reputare ingiusto. Ci riserviamo di impugnarla, dopo averne accuratamente analizzato le motivazioni con i nostri legali". Il 4 ottobre, al presidio dei lavoratori della Gianetti Ruote a Carpenedolo, i sindacati si erano detti ottimisti, e nel suo intervento Francesca Re David, segretaria generale della Fiom Cgil Nazionale, dichiarava: "Quest'azienda ha lavorato sempre e da un giorno all'altro dice ‘licenzio' non perché non c'è mercato ma perché ‘il fondo ha fatto un'altra scelta'. Tutte le aziende che hanno deciso di chiudere dopo lo sblocco dei licenziamenti sono proprietà di fondi. Non possiamo accettare la chiusura. Va salvaguardata la struttura industriale di questo Paese".

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