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Giallo sull’omicidio di Gianna Del Gaudio, il marito durante l’interrogatorio: “Ho visto l’assassino”

Nella nuova udienza durante il processo in Appello dell’omicidio di Gianna Del Gaudio, il marito della donna ha ribadito di aver visto l’assassino: “Era incappucciato e sporco di sangue”.
A cura di Giorgia Venturini
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Antonio Tizzani con la moglie Gianna Del Gaudio
Antonio Tizzani con la moglie Gianna Del Gaudio

Si sono aperte le porte del Tribunale di Brescia per la nuova udienza in Appello sul caso dell'omicidio di Gianna Del Gaudio, uccisa nella sua casa di Seriate sei anni fa. A processo era finito il marito Antonio Tizzani, assolto dall'accusa di omicidio come deciso dalla sentenza di primo grado. Durante l'interrogatorio in Appello il marito ha riferito di aver visto l'assassino entrato in casa: "Era incappucciato e aveva gli occhiali. Le mani erano sporche di sangue". Oltre al marito, in aula sono stati ascoltati anche i vicini di casa: come riporta L'Eco di Bergamo, questi hanno riferito di aver sentito le urla in casa la notte dell'omicidio avvenuto tra il 26 e il 27 agosto del 2016 nella villetta di via Madonna delle Nevi a Seriate. Come ha riportato ieri sera la trasmissione tv Quarto Grado, l'uomo ha risposto alle dichiarazioni dei vicini di casa che facevano riferimento ad alcuni maltrattamenti in famiglia: "Erano giochi. E poi il matrimonio non è bello se non è litigarello".

Lo stesso Dna anche sul corpo di Daniela Roveri

Al centro dell'udienza in Appello c'è ancora la questione del Dna del marito trovato sul taglierino, nonché arma del delitto. Fin da subito Tizzani ha disconosciuto l'oggetto e per il giudice Giovanni Petillo avrebbe potuto contaminarlo dopo averlo ritrovato. Ma c'è di più: il tenente colonnello Alberto Marino dei Ris di Parma è ritornato sull'anomalia dello stesso Dna trovato sul luogo del delitto di Gianna Del Gaudio che in quello di Daniela Roveri, la manager uccisa 4 mesi dopo a Colognola. Entrambi gli omicidi sono irrisolti al momento. Entrambi però hanno la stessa dinamica. Così il comandante dei Ris ha ripreso la questione della congruenza dell'aplotipo Y rilevato sui guanti in lattice ritrovati con il taglierino che è l'arma del delitto e lo stesso aplotipo Y trovato sulla guancia dell'altra donna uccisa. Se si tratta dello stesso assassino è ancora tutto da capire. E resta ancora soprattutto sconosciuto il nome. Al momento ci sono due omicidi irrisolti, due donne la cui morte è ancora avvolta nel mistero.

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