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Giada muore a 14 anni di infarto, i No Vax profanano la tomba: “Uccisa dal vaccino”

“Giada non ha avuto giustizia: non l’ha uccisa un malore, ma il vaccino”, è questa la scritta comparsa nel cimitero di Busnago dove è sepolta una ragazzina di 14 anni morta di infarto.
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Lo scorso 18 ottobre una ragazza di 14 anni ha avuto un infarto a scuola, durante l'ora di educazione fisica, ed è morta dopo un settimana di terapia intensiva in ospedale. È stata sepolta nel cimitero di Busnago, in provincia di Monza e Brianza, dove viveva con la famiglia. Ma la sua sepoltura è stata profanata dai No Vax, che hanno scritto a caratteri cubitali sul muro di cinta: "Giada non ha avuto giustizia: non l’ha uccisa un malore, ma il vaccino".

I No Vax profanano la tomba di una 14enne

Un gruppo di No Vai sta tentando di strumentalizzare la morte di Giuada, una ragazzina morta a Busnago lo scorso 23 ottobre. La 14enne ha avuto un infarto mentre faceva educazione fisica all’IIS "Marisa Bellisario" di Inzago. È stata immediatamente trasportata in ospedale, dove è stata ricoverata in terapia intensiva. Dopo cinque giorni di coma, purtroppo la giovane è deceduta, fra lo sgomento dei familiari.

Ma i No Vax non hanno auto rispetto neanche del loro dolore e hanno profanato la sepoltura della 14enne nel cimitero di Busnago. Qualcuno ha infatti scritto a caratteri cubitali sul muro di cinta del cimitero "Giada non ha avuto giustizia: non l’ha uccisa un malore, ma il vaccino" e poi ha tracciato una W cerchiata, che è diventato il simbolo dei negazionisti del Covid. Lo stesso simbolo è stato disegnato anche sulla vetrata della scuola con la frase "Giustizia per Giada".

La condanna del sindaco di Busnago

Il primo a parlare per condannare questo gesto oltraggioso è stato il sindaco di Busnago, Marco Corti: "Non ci sono parole per commentare gesti del genere. Gesti gravissimi e terribili che fanno male a tutta la nostra comunità. La povera Giada andrebbe lasciata in pace, almeno ora che sta riposando nella sua nuova casa. Ed è questo il fatto che più sconvolge, che la sua casa sia stata il mezzo per esprimere pensieri del genere".

"Ognuno ha la libertà di pensare quello che vuole, – ha continuato – ma non di esprimerla dove vuole, soprattutto in un luogo così sacro e importante per i familiari e la memoria dei defunti. Stiamo lavorando in modo da coprire il prima possibile questa indecenza”. Infatti il Comune ha provveduto velocemente a far rimuovere la scritta sia dalla tomba nel cimitero, sia dalla vetrata della scuola dove si è avvenuto il tragico evento.

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