Le immagini di Giacomo Bozzoli in hotel a Marbella prima della condanna all’ergastolo
Camicia hawaiana, pantaloncini corti e cappello, come un turista qualsiasi. Giacomo Bozzoli, nei giorni prima della sentenza che l'ha condannato all'ergastolo in via definitiva, ha soggiornato nelle stanze dell'hotel Hard Rock a Marbella, sud della Spagna: è stato riconosciuto dalle receptionist e ripreso dalle telecamere interne mentre si trovava in vacanza insieme alla compagna e al figlio di 9 anni. Le immagini del latitante sono state diffuse dai media nazionali, e mandate in onda in televisione.
Il documento del 39enne bresciano, in fuga da oltre una settimana dopo essere stato condannato in via definitiva all'ergastolo per l'omicidio dello zio Mario, è infatti stato registrato alla reception del resort a quattro stelle il giorno prima del verdetto della Cassazione, lo scorso 30 giugno. Poi più nessuna notizia del latitante scappato per sempre dalla sua villa sul lago di Garda a bordo di una Maserati scura.
La pista che conduce in Spagna e Marocco
Si fa sempre più concreta dunque la pista che conduce l'ergastolano nella zona della penisola iberica, da dove potrebbe essersi imbarcato su una nave in direzione Marocco. Ipotesi parzialmente confermata dalla stessa compagna, la gallerista d'arte Antonella Colossi, rientrata in Italia con il figlio venerdì 5 luglio mentre Bozzoli ha proseguito la sua fuga. "Siamo stati a Cannes, a Valencia e infine a Marbella, da lì non so dove sia andato Giacomo", ha raccontato la donna (al momento non indagata) agli inquirenti. "Ero sotto shock dopo la lettura del verdetto, non ricordo niente". I cellulari spenti dal 20 luglio, dieci giorni prima dell'udienza in Cassazione? "Devo aver perso il mio telefono in Francia", si è giustificata la 41enne, in preda a una improvvisa e decisamente sospetta amnesia.
La fuga verso Marbella
Resta ancora da capire se la fuga verso Marbella sia in realtà uno stratagemma degno della celebre serie Netflix La Casa di Carta, dove ogni mossa viene lungamente pianificata da una mente criminale. Non un'evasione dettata dalla disperazione di una condanna ormai definitiva, ma un progetto ben definito.
Bozzoli, infatti, non è mai stato ripreso dalle telecamere presenti lungo il tragitto che porta dall'Italia alla Spagna: oltre duemila chilometri che il 39enne, che secondo il racconto della compagna si sarebbe addirittura concesso una visita al parco oceanografico di Valencia per festeggiare il compleanno del figlio, avrebbe quindi percorso come un fantasma, senza lasciare traccia. Gli ultimi segnali dell'ergastolano risalivano solo al 23 giugno, quando si trovava ancora nel Bresciano.