Giacomo Bozzoli arrestato nella villa a Soiano, era latitante da 11 giorni: è tornato per vedere il figlio
"Vi prego, fatemi vedere mio figlio", sono state le prime parole di Giacomo Bozzoli, 39enne condannato all'ergastolo per l'omicidio dello zio e scappato dopo la sentenza, quando è stato trovato dai carabinieri al termine di una latitanza durata oltre dieci giorni. L'uomo era nascosto nel cassettone del letto di casa sua a Soiano (Brescia), rannicchiato in un angolo con solo bermuda e calzini, mentre stringeva un borsello con 50mila euro in contanti. Si è dichiarato ancora una volta innocente, come da nove anni a questa parte.
È stato forse il desiderio di rivedere il suo bimbo di 9 anni a tradire l'ergastolano, che secondo quanto confermato dalla Procura non aveva certo intenzione di costituirsi. "Non è da escludere che abbia fatto questo passaggio da casa per non perdere il contatto con lui. Il bambino è stato ascoltato fino alla serata di ieri, e stasera lo abbiamo preso. Se sia stata una coincidenza o meno lo vedremo presto", sono state le parole del procuratore di Brescia Francesco Prete. "Ha sentito il bisogno di riallacciare i rapporti con il figlio".
Il ritorno in Italia di Giacomo Bozzoli per rivedere il figlio
Non è ancora chiaro, tuttavia, come l'uomo abbia fatto ritorno in Italia: le sue ultime tracce lo localizzavano all'estero, nel sud della Spagna, dove fino al 30 giugno ha soggiornato all'Hard Rock Hotel di Marbella con la compagna Antonella Colossi e il figlio. Poi, dopo la lettura del verdetto il 1 luglio, è sparito nel nulla per 11 lunghissimi giorni, mentre la donna e il piccolo sono tornati in Italia lo scorso 5 luglio con mezzi di fortuna. All’appello, infatti, manca la Maserati Levante nera utilizzata da Bozzoli la mattina del 23 giugno per lasciare l’Italia. "Non si trova e non ha detto dove l’ha lasciata", spiegano gli inquirenti. "Sicuramente era tornato in Italia da circa 24 ore, nella notte di mercoledì". Poi i controlli dei carabinieri, scattati intorno alle 17.30 del giorno seguente.
Giacomo Bozzoli si era nascosto in un cassettone nella sua villa
I militari avevano notato alcuni movimenti sospetti in quella villa di Soiano (in provincia di Brescia) che da giorni era stata imbottita di cimici e spie. Al suo interno, c'era proprio il 39enne che risultava latitante dall'1 luglio scorso, quando la Corte di Cassazione lo ha condannato in via definitiva all'ergastolo per l'omicidio dello zio Mario, avvenuto l'8 ottobre 2015 all'interno della fonderia di famiglia a Marcheno. "Non voleva certo consegnarsi alle autorità, è stato catturato", ha commentato il procuratore di Brescia Francesco Prete. "Altrimenti si sarebbe comportato diversamente. Non si sarebbe nascosto in casa con barba e baffi e con 50mila euro in contanti nel borsello".