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Ghedi, colpito alla testa con un cacciavite dai ladri: Francesco Scalvini muore dopo cinque anni in coma

Francesco Scalvini è morto dopo cinque anni in coma: era rimasto vittima una notte nel 2017 di un’aggressione da parte dei ladri che Francesco aveva sorpreso in casa sua e aveva affrontato.
A cura di Giorgia Venturini
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Dalla pagina Facebook della moglie Cristina Tocchella
Dalla pagina Facebook della moglie Cristina Tocchella

Aveva sorpreso i ladri impegnati a rubare in casa. Così insieme al padre aveva cercato di fermarli ricevendo però da loro un colpo in testa. Una terribile violenza che lo ha fatto cadere in coma per cinque anni fino a quando nelle scorse ore è morto. A Ghedi, in provincia di Brescia, tutti ricordando il noto elettricista di 42 anni Francesco Scalvini. Ora potranno salutarlo per l'ultima volta durante i funerali fissati lunedì 7 marzo alle 15.30 nella chiesa parrocchiale del paese. "Buon viaggio tesoro. Ora potrai volare libero… Sei stato il nostro coraggioso guerriero e sarai sempre nel mio cuore", ha scritto la moglie Cristina Tocchella in un post su Facebook.

L'aggressione cinque anni fa

Bisogna tornare indietro al 23 gennaio del 2017 per raccontare la drammatica aggressione avvenuta in nella villa di Francesco: nella notte il 42enne aveva sorpreso i ladri in casa sua e insieme al padre Giancarlo li aveva affrontati. Senza alcuna paura. Uno scontro purtroppo finito nei peggiori dei modi: i ladri hanno colpito più volte alla testa Francesco impugnando un cacciavite e un piede di porco, quello che avevano usato per entrare nella villa sfondando la finestra. A soccorrerlo per primo era stata la moglie perché il padre di Francesco era rimasto ferito anche lui ma non in modo grave. Già allora Francesco aveva perso conoscenza: per cinque anni è stato in coma. Prima al Poliambulanze di Brescia poi trasferito in una struttura sanitaria di Castiglione delle Stiviere dove ieri venerdì 4 marzo è morto. Lunedì l'ultimo saluto al 42enne che in paese conoscevano tutti.

Senza nome gli assassini

Purtroppo però l'omicidio resta senza colpevoli. Fin da subito dopo l'aggressione infatti erano partite le indagini dei carabinieri: i primi indizi potevano portare a una banda di professionisti dell'Est Europa, ma allora come oggi le mancanza di prove non riuscì mai a dare un volto e un nome agli assassini di Francesco. L'inchiesta dunque fu costretta ad essere archiviata: chi spaccò la finestra e uccise Francesco resterà sempre un mistero per tutta Ghedi.

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