Getta benzina sul portone del Municipio e gli dà fuoco: identificato un 52enne
È stato identificato l'uomo che nella notte tra lunedì 2 e martedì 3 dicembre scorso ha provato a dare fuoco al portone del Municipio di Montegrino Valtravaglia (in provincia di Varese). Si tratterebbe di un 52enne, residente nell'Alto Varesotto, che ora risulta indagato per danneggiamento a seguito di incendio, aggravato dall’aver agito in pregiudizio di un edificio pubblico.
Il portone del Municipio incendiato
A scoprire cos'era accaduto al portone era stato un dipendente comunale, che aveva notato una lenta combustione ancora in corso e a terra alcuni tizzoni ancora incandescenti. L'incendio non aveva provocato danni ingenti, in quanto il portone pochi giorni prima era stato pitturato con vernice ignifuga. Inoltre, il Municipio presenta anche una seconda porta, vetrata, che avrebbe di fatto arginato le correnti d'aria che, al contrario, avrebbero potuto alimentare le fiamme.
Le indagini del caso erano state affidate ai carabinieri del nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Luino e della Stazione di Ponte Tresa. Una volta terminati i rilievi sul posto, i militari avevano proceduto con l'analisi delle immagini registrate dal sistema di sorveglianza dell'area.
Il 52enne aveva in casa la tanica usata per appiccare il fuoco
Le telecamere avevano filmato un uomo gettare liquido infiammabile addosso al portone intorno alle 22:50 del 2 dicembre e poi appiccare l'incendio. Quello stesso soggetto era stato inquadrato poco prima a un distributore di Cunardo, pochi chilometri lontano da Montegrino Valtravaglia, che riempiva una tanica con del carburante.
Una volta identificato quell'uomo, i carabinieri hanno perquisito la sua abitazione. Nella casa del sospettato sarebbe stata trovata la tanica e gli indumenti che l'autore dell'incendio indossava quella sera. Per questo motivo, ora il 52enne risulta indagato per danneggiamento a seguito di incendio, aggravato dall’aver agito in pregiudizio di un edificio pubblico.
Il 52enne: "Io, vittima di un'ingiustizia"
"È vero, sono stato io ad appiccare il fuoco al portone del municipio. L’ho fatto per impedire che il Comune seppellisse la salma di mio padre nel cimitero di Bosco": è quanto ha detto il 52enne in un'intervista al quotidiano La Prealpina. L'uomo è rappresentato dal legale Corrado Viazzo, che ritiene che il reato contestato debba essere derubricato in esercizio arbitrario delle proprie ragioni.
Il 52enne avrebbe infatti chiesto al Comune "sia di Montegrino che di Varese, un aiuto economico per la sepoltura di mio padre presso il cimitero di Luino, una richiesta prevista dal nostro ordinamento a determinate condizioni che, nel mio caso, sussistono. Mio padre aveva già comprato un posto al cimitero per lui, nel 1975, quando era morto suo padre", ha detto al giornale LuinoNotizie.
Il 2 dicembre aveva poi scoperto che era stata disposta la sepoltura del padre nel cimitero di Bosco Valtravaglia: "Non essere informato è stata per me un’offesa ingiusta, così ho proceduto alla tutela dell’onore della mia famiglia attraverso un atto che ritengo proporzionale e finalizzato a impedire l’imminente e intenzionale sepoltura della salma di mio padre".
Ha poi affermato di aver confermato l'episodio e aver chiesto di essere interrogato dal magistrato titolare dell'indagine: "Ciò che conta per me è che la salma di mio padre è rimasta presso l’obitorio dell’ospedale di Varese in attesa di essere sepolta presso il cimitero da lui scelto quando era in vita, ossia quello di Luino".