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Gestivano il traffico di migranti dall’Egitto all’Italia per 6mila euro a persona: dieci arresti

Mercoledì 16 ottobre gli agenti della Squadra mobile di Milano hanno eseguito dieci provvedimenti di fermo nei confronti di altrettante persone. L’accusa è di associazione a delinquere, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed esercizio abusivo dell’attività creditizia.
A cura di Giorgia Venturini
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Foto di repertorio
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La polizia ha smascherato un vero e proprio sistema di trasferimento soldi illegali con il metodo hawala che organizzava illegalmente viaggi ai migranti per un costo di 6mila euro. Oggi mercoledì 16 ottobre gli agenti della Squadra mobile di Milano – coordinati dal dirigente Alfonso Iadevaia e dal funzionario Giovanni Calagna – hanno eseguito dieci provvedimenti di fermo nei confronti di altrettante persone. L'accusa è di associazione a delinquere, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed esercizio abusivo dell’attività creditizia.

L'inchiesta ha permesso di individuare un'organizzazione criminale a capo della gestione di un trasferimento illegale di migranti, tutti egiziani, che salpavano dalle coste della Libia. La questura in una nota ha spiegato che esisteva una "cellula milanese inserita in un più ampio network criminale internazionale, con ramificazioni in Egitto, Libia e altri Paesi europei, operante su due fronti: il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina di cittadini di nazionalità egiziana e il connesso esercizio abusivo di attività di prestazione di servizi di pagamento". Grazie a un lavoro anche di interforze internazionali è stato possibile individuare i collegamenti in Libia che si occupavano della gestione dei migranti durante la permanenza in territorio libico, come anche cibo, acqua e telefoni. Così come provvedevano alla raccolta del denaro per il pagamento per il viaggio. Uscivano dal continente utilizzando rotta balcanica e rotta mediterranea.

Tutto era deciso con un modus operandi utilizzato per tutti i migranti: ognuno di loro era costretto a versare i soldi ad alcuni trafficanti presenti a Milano, solo allora venivano spostati in Libia attraverso il confine egiziano da altri membri dell'organizzazione presenti all’estero. I facilitatori libici poi li prendevano in consegna e li collocavano in "safe house" dislocate in varie località. Fino a quando non c'era il via libera per partire. Una volta in Grecia o Italia, i trafficanti si attivavano anche per consegnare ai migranti irregolari permessi di soggiorno e per organizzare il trasferimento in altre città del Nord. Nel dettaglio, il traffico di ogni singolo migrante diretto verso l’Italia ha portato all’organizzazione un introito oscillante tra i 4mila e i 6mila euro, perlopiù versati da parenti o amici.

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