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Festival di Sanremo 2024

“Geolier a Sanremo? Rischioso puntare sul fanatismo identitario per Napoli”: parla Jonathan Bazzi

“Geolier ha talento. Ma le logiche della terra, del sangue, del debito verso la famiglia facilmente avvelenano”, l’analisi dello scrittore. “Un progetto che mischia la musica con altre cose discutibili, campanilismo e alleanza tra capobranco. Comprensibili le reazioni ostili”
A cura di Francesca Del Boca
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Jonathan Bazzi e Geolier
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Prima le critiche sul testo della canzone in gara in "napoletano sbagliato". Poi la vittoria alla serata dei duetti "strappata" ad Angelina Mango tra i fischi dell'Ariston, e la finalissima persa per un soffio nonostante un plebiscito al televoto del 60 per cento. Questo Festival di Sanremo, c'è da starne certi, passerà alla storia per le polemiche che hanno via via coinvolto il rapper partenopeo Geolier, al secolo Emanuele Palumbo.

L'ultima, quella scatenata dal commento dello scrittore milanese Jonathan Bazzi. "Geolier è il primo a puntare su un fanatismo identitario, dunque incondizionato. Dice di essere lì solo per Napoli, grazie a Napoli, in quanto napoletano", scrive Bazzi sui propri account social. "È comprensibile, legittimo, ma a me fa un po’ mancare il fiato. Le logiche della terra, del sangue, del debito infinito verso la famiglia facilmente avvelenano".

"Si pone come rappresentante di una mentalità precisa, che si potrebbe definire in tanti modi. Io credo lui abbia molto talento, ma la sua esibizione era piatta, vecchia e tutta basata sul campanilismo e modulata su un’alleanza tra capobranco", continua, riferendosi all'esecuzione del medley Strade in compagnia di Guè, Luchè e Gigi D'Alessio andata in scena lo scorso venerdì a Sanremo.

E ancora. "Le reazioni ostili e scomposte arrivano anche da qui, dal fatto di essere davanti un progetto che mischia la musica con una serie di altre cose discutibili, e pretende di farsi strada non solo con le armi della creatività".

"Dato questo sfondo, l’infiltrazione di schifo antimeridionalista purtroppo si può prevedere: sta dentro un gioco retorico che si accetta di cavalcare, più o meno consapevolmente, per costruire un fortino di protezione attorno a un progetto che potrebbe essere più libero, volare più alto", conclude l'autore del bestseller Febbre.

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