Gambizzato ai tavolini di un bar a Voghera, il barista: “Era tutto tranquillo, poi gli spari”
Voghera torna ad essere la cornice di una sparatoria. A quasi un anno di distanza dall'omicidio dello scorso anno quando morì il 39enne marocchino Youns El Boussetaoui, il centro del paese in provincia di Pavia si sentono ancora spari.
Nelle serata di ieri nel bar "I tre merli" a pochi passi da piazza Duomo un cliente, non italiano, che era seduto sui tavolini, è stato colpito da alcuni spari di pistola.
L'aggressore è poi fuggito via, mentre la vittima si è accasciata a terra con una ferita alla gamba.
Il barista: A Voghera mi sento sicuro
"Ero dentro al locale quando ho sentito gli spari", spiega a Fanpage.it il proprietario del locale. Che poi continua a raccontare: "C'era poca gente fuori sui tavolini perché eravamo in chiusura. Appena ho sentito lo sparo sono uscito ma non saprei riconoscere l'uomo che ha sparato. Non l'ho visto".
Poi tiene a precisare: "Non è mai successo prima un fatto simile nel mio e nei locali della zona. La mia clientela è tranquilla". Quando al barista gli si chiede come sia possibile che in un paesino come Voghera per due estati di fila si spara, il barista tranquillizza: "Io qui mi sento sicuro".
La vittima è un cittadino straniero di 51 anni
Stando a quanto riferisce La Provincia Pavese, la vittima è un costaricano di 51 anni, mentre a premere il grilletto è stato un commerciante ambulante di Voghera, nonché attivo nel gruppo Facebook "Politica è partecipazione", il 36enne Davide Palumbo.
Dalle prime informazioni la vittima non sarebbe in pericolo di vita. Sull'accaduto resta ancora tutto da chiarire: non è chiaro se vittima e aggressore si conoscessero e perché questo agguato in pieno centro. L'uomo che ha tentato la fuga subito dopo lo sparo dovrà chiarire tutto agli investigatori.
Un anno fa l'omicidio a Voghera
Certo è che la mente dopo questi fatti corre indietro allo scorso anno quando per terra, questa volta purtroppo in fin di vita, c'era il 39enne marocchino Youns El Boussetaoui.
Le indagini sono ancora in corso: come unico indagato c'è l'assessore comunale alla Sicurezza, Massimo Adriatici. Proprio dalla sua pistola sarebbe partito il colpo.
Perché? Lo sta ancora chiarendo la Procura: l'accusa è di eccesso colposo di legittima difesa. Lo sparo sarebbe partito dopo che il 39enne lo ha colpito con un pugno. Si attende ora la chiusura delle indagini.