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Gallera: “Mancano medici in Lombardia: nessuno si presenta ai bandi”

L’assessore al Welfare Giulio Gallera lancia ancora una volta l’allarme medici in Lombardia: nonostante i bandi infatti non ci sarebbe personale sanitario disposto a candidarsi per lavorare negli ospedali o nelle Usca in questa pandemia di Coronavirus. “Quelli che si presentano sono quelli che ‘rubiamo dal sociosanitario’, che decidono di venire ad avere un’assunzione a tempo indeterminato nel pubblico piuttosto che lavorare in maniera più precaria nel sociosanitario”, ha continuato Gallera.
A cura di Chiara Ammendola
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L'assessore lombardo al Welfare Gallera (Immagine di repertorio)
L'assessore lombardo al Welfare Gallera (Immagine di repertorio)
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Quello della mancanza di medici è un tema che riguarda in particolare la Lombardia che negli ultimi mesi fa fatica, forse più di altre regioni italiane, a trovare personale sanitario di cui si ha profonda necessità in questi mesi di pandemia. Il Coronavirus ha posto la necessità di nuovi team di medici da inserire negli ospedali, nelle strutture di supporto ai nosocomi lombardi o anche nelle cosiddette Usca, le squadre di medici e infermieri che supportano i pazienti positivi al Covid in casa.

La denuncia di Gallera: bandi vuoti e mancanza di medici

I medici di base sono allo stremo così come quelli degli ospedali ma a quanto pare nonostante i bandi aperti nel pieno dell'emergenza e tutt'ora validi per reclutare nuovi medici, sono in pochi quelli che poi si presentano. A denunciarlo è lo stesso assessore al Welfare lombardo Giulio Gallera: "Oggi non troviamo medici, noi i bandi li facciamo da giugno sui medici, sugli infermieri e sulle Usca, ma non si presentano", le parole dell'assessore pronunciate durante il convegno "Servizio sanitario regionale: una riforma da riformare?" organizzato da Anaao-Assomed e dedicato alla riforma del sistema sanitario lombardo a cinque anni dalla Legge regionale 23 del 2015.

Chi si presenta lo fa per avere un'assunzione a tempo indeterminato

"Quelli che si presentano – ha continuato Gallera – sono quelli che ‘rubiamo dal sociosanitario’, che decidono di venire ad avere un’assunzione a tempo indeterminato nel pubblico piuttosto che lavorare in maniera più precaria nel sociosanitario, questo è il dato di fatto vero. Nel 2017 le richieste di fabbisogno di Regione Lombardia erano di 1.600 borse nelle scuole di specializzazione e ne sono state autorizzate dal governo 960".

Bisogna investire nella sanità e non tagliare

"Il tema della medicina del territorio è un problema enorme, ma lo è livello nazionale – ha continuato l'assessore parlando della medicina territoriale – il Covid ci ha fatto capire che la sanità è un investimento, che non si può pensare di garantire una qualità della salute tagliando ma bisogna farlo investendo e io difendo un regionalismo che è sempre stato più avanti perché ha sempre dato delle risposte. Abbiamo bisogno di cambiare completamente passo a livello nazionale, investimenti veri sulla sanità, mettere al centro i problemi veri”, la teoria dell'assessore lombardo.

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