“Gabriele Marchesi deve stare in carcere a Budapest”: l’Ungheria risponde alla Corte d’Appello di Milano
Tiene il punto Budapest: niente domiciliari in Italia per Gabriele Marchesi. E cosi risponde l'Ungheria alla Corte d'Appello di Milano sul caso del 23enne accusato con Ilaria Salis per lesioni aggravate nei confronti di un gruppo di neonazisti: solo con "la sua consegna e l'arresto", scrive la Procura dell'Ungheria, "sarebbe possibile garantire" che Marchesi "sia a disposizione delle autorità" e sia presente in particolare "agli atti procedurali".
Budapest, infatti, chiede da tempo che Gabriele Marchesi venga consegnato alle autorità ungheresi. Una richiesta di estradizione alla quale la Corte d’Appello di Milano si era recentemente opposta ponendo una serie di quesiti sul trattamento dei detenuti nel sistema carcerario ungherese e chiedendo di verificare la possibilità di strumenti alternativi al mandato d’arresto europeo avanzate dall’Italia.
L'udienza davanti alla Corte milanese, che dovrà decidere il da farsi sulla consegna o meno, è fissata per il prossimo 28 marzo: quel giorno, durante la seconda udienza del processo a carico di Salis a Budapest, i legali e la famiglia chiederanno per Ilaria Salis gli arresti domiciliari a Budapest, l’unica strada al momento percorribile per tirarla fuori dal carcere in cui è reclusa in cella per 23 ore su 24.