Funzionano davvero le mascherine contro lo smog di Milano? La risposta del medico ambientale
Milano non respira. Nell'ultima settimana le concentrazioni di materiale particolato sono state per giorni fino a 24 volte superiori alla soglia di guardia stabilita dall’Organizzazione mondiale della sanità. Le conseguenze sulla salute sono già visibili. Come in tutta la pianura padana, nel capoluogo lombardo si stima una riduzione media dell’aspettativa di vita di 2-3 anni per l’esposizione a particelle inquinanti nell’aria. Due le cause principali degli alti livelli di Pm10 e Pm2.5. Da un lato le combustioni dovute al riscaldamento domestico, soprattutto nelle zone pedemontane. Dall’altro il traffico sulle strade, che a Milano incide per circa il 70% contro una media nazionale del 22.
Dal 20 febbraio in nove province lombarde sono scattate le limitazioni all’uso dei caloriferi, che non possono superare i 19 gradi, e alla circolazione delle auto, con divieto dalle 7.30 alle 19.30 per le Euro zero ed Euro uno e per i veicoli a gasolio Euro 2, 3 e 4.
Alessandro Miani, medico e presidente della Società italiana di Medicina ambientale (Sima), ha spiegato a Fanpage.it perché "queste misure sono utili ma non risolutive” e cosa si può fare per capire l’inquinamento atmosferico a Milano e ridurlo.
Il traffico veicolare nelle strade milanesi incide sull'inquinamento per circa il 70 per cento contro il 22 per cento della media nazionale. Le limitazioni in vigore dal 20 febbraio e le misure di implementazione di mezzi pubblici e aree pedonali messe in atto dal Comune sono la soluzione?
Sicuramente sono utili ma non risolutive. Si tratta di misure tampone, che fanno i conti con l’impossibilità di eliminare le auto dalle città. Ridurre la circolazione di tutti i veicoli Euro 0 ed Euro 1, nonché degli Euro 2, 3, 4 a gasolio può avere un impatto positivo sulla qualità dell’aria. Tuttavia, l'istituzione di Area B e Area C ha già limitato il transito di queste categorie. Le misure messe in atto vanno a interessare esclusivamente le zone più periferiche della città. Poi bisognerebbe capire quante delle auto a circolazione limitata siano ancora realmente diffuse. Non penso siano moltissime.
Oltre alla conformazione orografica della pianura padana, quali sono le cause primarie dell’inquinamento in Lombardia?
Le sorgenti emissive sono molteplici. Tra le principali, le combustioni per il riscaldamento degli edifici a gas, che liberano polveri e altre sostanze inquinanti. In città come Milano, il grosso dell’inquinamento di questo tipo è causato dai caloriferi a gas. Caminetti e stufe – che incidono in maniera maggiore nella produzione di polveri – sono da correlarsi soprattutto all’inquinamento dell’area pedemontana. Accanto a questi fattori, c’è una grande formazione di inquinanti secondari in città, dovuti alla bassa pressione, alla presenza di polveri e altre sostanze chimiche. Si tratta di elementi che si combinano tra loro e formano quindi polveri sottili e inquinanti secondari.
Qual è la specificità di Milano?
La sua conformazione impedisce una ventilazione naturale adeguata. Accanto a questo, Milano è circondata da poli industriali, allevamenti intensivi e attività agricole, quindi da poli produttivi. Infine ha un’alta densità di popolazione e tutti usano la macchina.
Quali sono le fasce più esposte e quali i rischi per la salute?
A farne le spese sono le fasce più fragili. Gli anziani con patologie pregresse e i bambini. I problemi di salute riguardano soprattutto il sistema cardiovascolare e l’apparato respiratorio. Per quanto concerne l’età pediatrica, in Italia un bimbo su 77 nasce con un ritardo del neurosviluppo, uno su 55 con un disturbo dello spettro autistico e il cancro è la prima causa di morte per malattia tra i bambini.
C’è un collegamento diretto tra l’inquinamento e l’insorgere di queste patologie nei bambini?
Si tratta di malattie non correlate con certezza a fattori ambientali. Tuttavia, insieme alla Lega italiana per la lotta dei tumori abbiamo avviato un centro di studi epigenetici per approfondire le cause che contribuiscono all’insorgere di queste patologie alla nascita. Nel 2020 ci fu una sentenza storica nel Regno Unito in questo senso. Si stabiliva che l’inquinamento aveva contribuito alla morte di una bambina di nove anni nel 2013. La piccola viveva in un piano terra su una strada particolarmente trafficata di Londra.
Quali indicazioni può dare per proteggersi dallo smog?
Ai neogenitori, in questo periodo, consiglio di evitare di portare i bambini a fare passeggiate in città. Soprattutto, consiglio di evitare i passeggini bassi, perché la loro altezza è vicina a quella del tubo di scappamento delle auto.
In generale, meglio non praticare sport all'aperto nelle ore di punta. Suggerisco di prediligere l’attività fisica nelle fasce tardo serali o al mattino, molto presto.
Nelle ore di punta, sarebbe bene non fare arieggiare troppo gli ambienti domestici né gli uffici, specie se le finestre sono esposte su vie particolarmente trafficate. Va tenuto presente però che lasciare arieggiare gli ambienti domestici è sempre importante. Si ricordi infatti che l'inquinamento indoor è mediamente cinque volte superiore a quello outdoor. Bisogna aprire le finestre, ma prestando attenzione alle fasce orarie più adeguate per farlo.
Usare la mascherina Ffp2 serve?
L’utilizzo della mascherina produce benefici marginali, perché le polveri più fini passano tranquillamente attraverso questo dispositivo di protezione individuale. Più efficaci invece sono in questo senso i filtri endonasali, sistemi più recenti, in grado di catturare polveri più fini.
Secondo lei quali sono le soluzioni più adeguate per il contrasto all’inquinamento atmosferico?
Non c’è un intervento che risolva il problema in giornata. Ma ci sono misure rapidamente implementabili e che potrebbero essere adottate su larga scala. Come Sima riteniamo si debbano utilizzare i sistemi di coating trasparenti fotocatalitici al biossido di titanio a base di etanolo. Sono vernici trasparenti in grado di trasformare in sottoprodotti innocui per la salute umana i principali inquinanti atmosferici. Dove utilizzate, si è misurata una riduzione del 30% dei valori inquinanti. Queste vernici vengono vaporizzate sulle superfici di vetrate e anche sui muri degli edifici. Sfruttano la luce diurna e, purché impiegate su larga scala, funzionano. Un materiale di questo tipo costa anche poco, non è energivoro, ha una durata di 20 anni una volta vaporizzato sulle superfici e ha grande validazione scientifica.